BOLOGNA, LA RECENSIONE DI METAL ITALIA

CONCERTO MEMORABILE

Da METALITALIA.COM. Un mesetto dopo il Gods Of Metal l'Arena Parco Nord di Bologna è pronta ad ospitare, dopo le calate italiche delle leggende Kiss e Iron Maiden, anche Le Icone, ovvero i Metallica. In un contesto d'attesa estenuante per il nuovo, imminente ritorno discografico "Death Magnetic", il gruppo si esibisce in un'unica data italiana assieme ai leoni Down e agli emergenti The Sword. Pur essendo un martedì lavorativo sin dalle prime ore del pomeriggio l'affluenza è stata elevatissima, schiacciati nei bus navetta i fan sono arrivati a scaglioni, riempiendo la collina erbosa sin dall'apertura cancelli. Un pubblico tanto numeroso è stato graziato da condizioni meteo perfette: sole, caldo ma anche un venticello rinfrescante e qualche nuvola che riesce a dar tregua, il paradiso in confronto al forno crematorio materializzatosi al Gods.

THE SWORD. I The Sword, in orario perfetto, esordiscono con "The Sundering", intro del loro nuovo "Gods Of Earth", e da subito il pubblico pare apprezzare la proposta del gruppo di Austin, Texas. In una mezz'ora, tanto è concesso loro, i protetti di Lars Ulrich mettono in campo i pezzi migliori del loro repertorio ("The Frost-Giant's Daughter", "Lords", "Fire Lances Of The Ancient Hyperzephyrians") più un paio di pezzi ("Iron Swan", "Barael's Blade") da "Age Of Winters". Il quartetto svolge il suo bravo compitino, ma con un po' di personalità in più potrebbero trovare più fan disposti ad esaltarsi ai loro riff ben impostati ed un suono di batteria davvero trascinante ed energico.

DOWN. Una formazione che non ha bisogno di presentazioni, che ha deliziato il pubblico italiano in una performance di altissimo livello qualche mese fa all'Alcatraz di Milano, si mette alla prova sull'immenso palco dei Metallica e con un pubblico solo parzialmente avvezzo alle proprie sonorità. Non c'è dubbio che molti presenti siano dei fan sfegatati di Phil Anselmo, e lo dimostrano le centinaia di t-shirt marchiate Pantera: la risposta dell'arena riesce, anche per questo, ad andar oltre il rispetto reverenziale. Se è vero che uno show come quello dei Down si gode al massimo nell'intimità di un club di medie dimensioni, il misto di southern rock, blues e metal dei brutti ceffi di New Orleans risulta comunque piacevole nel tardo pomeriggio, grazie alla presenza e alla carica infinita di un Phil Anselmo sempre sopra le righe, super-energico, travolgente, coinvolgente. La scaletta in crescendo parte da "Pillars Of Eternity" e, passando per "Three Suns And One Star" e "Ghost Along The Mississippi", termina coi capolavori "Stone The Crow" e "Bury Me In Smoke". Gli applausi si sprecano, e il pubblico alla fine è bollente dopo questo 'special guest' a cinque stelle.

METALLICA. Tra comunicati sempre più fitti, dichiarazioni importanti, furbizie mediatiche e di marketing (leggasi il nuovo Guitar Hero, dove saranno presenti tutte le canzoni di "Death Magnetic", e il sito Missionmetallica.com) anche i più scettici detrattori del globo patiscono pesantemente, nell'estate 2008, la febbre da Metallica. Casca a fagiolo questa data bolognese, e i risultati si vedono da subito: l'arena è stracolma in ogni direzione, arrivando al calar del sole a battere anche la prima giornata del Gods Of Metal. Davanti alla folla un palco degno di nota, con uno schermo spropositato tanto grande da sostituire l'intero telo nero(!) e sul quale in molti seguiranno, da lì a poco, le peripezie dei Four Horseman. Si perchè, sfortunatamente, questo spettacolare palco si rivelerà troppo basso perchè la maggior parte delle persone possa scorgere anche solo quel bestione di Hetfield. Poco importa, il concerto, infatti, inizia con una foga da antologia: "Creeping Death", "For Whom The Bell Tolls" e "Ride The Lightning" sono bruciate immediatamente, in maniera anche troppo entusiastica dai 'Tallica, che innegabilmente sbagliano qualcosina. Delle sbavature a nessuno importa, infatti la band è letteralmente travolta da un'arena in subbuglio che urla ogni singola parola dei testi e, a detta dello stesso frontman, copre addirittura il suono delle spie sul palco. Da "Ride The Lightning" si salta a "...And Justice For All" con "Harvester Of Sorrow" e successivamente alla prima boccata d'ossigeno con la lunga "Bleeding Me", unica estratta dal chiacchierato "Load". C'è poco da lamentarsi in ogni caso, perchè il resto dell'esibizione sarà un susseguirsi di vecchi classici eseguiti con la perizia e la carica che da sempre contraddistingue il gruppo! "The Four Horsemen", "No Remorse" e "Whiplash" scatenano il delirio, e il pubblico resta saldamente nelle mani dei quattro, tra un assolo di un abbronzatissimo Hammett, sempre silenzioso, e un grugnito del bestiale Trujillo, costantemente piegato sulle ginocchia. Prima della pausa arriveranno ancora "Master Of Puppets", "Sad But True" e "Nothing Else Matters", a preludio del bombardamento all'inizio di "One", che tra fiammate, botti e razzi mette tutti col naso all'insù. Gli anni non sembrano passare per James Hetfield: fisicamente solido, sempre sorridente e ubriacato solo dal calore del pubblico, regge lo show praticamente senza pause, e lo stesso fa Lars Ulrich, ripreso insistentemente dalle telecamere e spesso in piedi sulla batteria per essere investito dall'amore dei presenti. Dopo la pausa si varia con "So What?", e per arrivare al finale devastante: "Motorbreath" e "Seek And Destroy" suggellano il miglior concerto dei Metallica da anni su suolo italico, con una scaletta che è facilmente il sogno di ogni sostenitore. Poco importa se dovremo aspettare ancora per ascoltare dei pezzi nuovi, la serata sarà marchiata nella memoria dei fan della band molto a lungo, e a dimostrazione gli stessi Lars, James, Kirk e Rob si fermano a ringraziare a luci accese per svariati minuti, pure loro felicissimi e appagati oltre misura. Ovazione.
METALLICA: LA STORIA

METALLICA, SIMPLY THE BEST. Sono la storia, sono leggenda. Metallica, i padrini del thrash metal, la più grande e celebrata heavy metal band della storia. Sorti a Los Angeles, partono da San Francisco per guidare la rivoluzione armata ai parrucconi glambangers. E il loro debutto Kill'Em All è talmente devastante da aprire un'apoca, successivamente raffinata con gli strutturati Ride The Lightning e Master of Puppets: potentissimi, veloci, compatti, stratificati. Gli iniziali cambi di formazione (Dave Mustaine e Ron McGouvney sono tra i primi componenti della band) lasciano presto spazio alla line up stellare: James Hetfield alla chitarra ritmica e al microfono, Kirk Hammett alla solista, Cliff Burton al basso, Lars Ulrich alla batteria. Ma la tragedia di un incidente stradale si porta via, nel 1986, il geniale Burton, sostituito da Jason Newsted, assieme al quale prosegue l'evolzione tecnica, culminata in And Justice For All. Il nuovo decennio porta un sound più semplice e commerciale, quello del Black Album (1991), e successivamente scade nel generico hardrock di Load e Reload, che deludono i fans: la band perde Newsted per divergenze nel 2001 e va vicino alla fine quando Hetfield entra in clinica per combattere l'alcool: lo sfogo di ogni turbamento è St. Anger, primo passo verso il ritorno alle origini di Death magnetic (2007), per una nuova vita ed uno splendore ormai immortali. STORIA

ANNI 80: DURI E PURI


ANNI 90: IL TRIONFO MONDIALE

1990-1991-1992-1993-1994-1995-1996-1997-1998-1999

ANNI 2000: IL NUOVO DECENNIO
ONE

RAGGELANTE. Nel 1988, due anni dopo il capolavoro Master Of Puppets e la morte di Cliff Burton, i Metallica gridano giustizia per tutti e si scagliano, tra le altre cose, contro la realtà raggelante della guerra. One è un capolavoro lirico e musica, una malinconica ballata funerea che incalza in un potente heavy rock narrando una storia vera e struggente. Una storia che ispirò anche un vecchio film [Johnny Got His Gun], e che narra del 19enne Joe Bonham, che dal Colorado partì volontario per la prima guerra mondiale. Il ragazzo asciò la famiglia, la ragazza e gli amici per combattere in Europa, ma una granata lo rese cieco, sordo, muto e privo di arti. Un macello di sangue in una trincea sporca di fango, un'agonia che in ospedale lo porta a vivere attaccato alle macchine, cercando di comunicare un messaggio straziante: 'uccidetemi'. I medici non gli concedono questa pietà, anzi viene licenziata l'infermiera che cerca di staccare il tubo dell'ossigeno. Joe chiede di essere esposto in pubblico come monito contro la crudeltà dei conflitti, ma nemmeno questa pietà gli viene concessa. La canzone è da pelle d'oca, sempre preceduta da diversi minuti di esplosioni, spari, fuochi. Un classico della band, il suo primo videoclip e uno dei testi più apprezzati, anche al di fuori dell'ambito metal.

ONE. I cant remember anything Cant tell if this is true or dream Deep down inside I feel to scream This terrible silence stops me Now that the war is through with me Im waking up I can not see That there is not much left of me Nothing is real but pain now Hold my breath as I wish for death Oh please god,wake me Back in the womb its much too real In pumps life that I must feel But cant look forward to reveal Look to the time when I'll live Fed through the tube that sticks in me Just like a wartime novelty Tied to machines that make me be Cut this life off from me Hold my breath as I wish for death Oh please god, wake me Now the world is gone Im just one Oh god, help me hold my breath as I wish for death Oh please God help me Darkness imprisoning me All that I see Absolute horror I cannot live I cannot die Trapped in myself Body my holding cell Landmine has taken my sight Taken my speech Taken my hearing Taken my arms Taken my legs Taken my soul Left me with life in hell.

UNO. Non posso ricordare niente Non capisco se sia la realtà o se sto solo sognando Dentro di me vorrei gridare Ma sono fermato da questo mostruoso silenzio Ora che ho terminato la mia guerra Mi sto svegliando non posso vedere nulla Non c’è più molto di me Ora l’unica cosa vera che sento è il dolore Trattieni il mio respiro perché desidero di morire Oddio, ti prego, svegliami E’ troppo reale ritrovarmi ancora qui dentro alla pancia Pompa dentro la vita che deve arrivare sino a me Ma non riesco a guardare oltre per scoprire Sta attento a quando morirò Grazie al tubo che mi hanno infilato in me posso nutrirmi Proprio come una novità in una guerra Vivo grazie a delle macchine che sono legate al mio corpo Tagliate tutto, non voglio questa vita Trattieni il mio respiro come desidero di morire Oddio, ti prego, svegliami Adesso che non c’è più nessuno al mondo sono solo uno Oddio, aiutami trattieni il mio respiro perché desidero di morire Oddio, ti prego, aiutami Il buio M’imprigiona Tutto ciò che riesco a vedere È solo orrore Non posso vivere Non posso morire Sono imprigionato in me stesso E’ il mio corpo la mia stessa cellula che m’imprigiona La mina Mi ha rubato la vista Mi ha rubato la voce Mi ha rubato l’udito Mi ha rubato le braccia Mi ha rubato le gambe Mi ha rubato l’anima Ora la vita che mi resta è un inferno.

I FILOSOFI DEL METAL

UNA BAND SEMPRE INTELLIGENTE. Oltre che per la loro musica grandiosa, i Metallica si sono sempre contraddistinti per essere una band davvero molto intelligente. L'esempio della moltitudine di argomenti trattati [guerra, religione, giustizia, amore, droga, alcool, corruzione, oppressione, voglia di libertà, appartenenza] è stato trattato in modo ampio, eppure da solo non spiega al meglio l'essenza esistenzialista della band. Non sono gli unici, bisogna dirlo, a porsi dei problemi ed esporre la realtà: lo hanno sempre fatto anche i Megadeth, gli Slayer, e molti altri. Ma i Metallica hanno sempre quel qualcosa in più, quell'essere più vicini di tutti alla gente. I loro inni sono voce del popolo comune, egli stessi elementi del gruppo sono gente qualunque. Il loro coraggio li rende idoli; il loro essere stati nemici della droga e della falsità, dell'ipocrisia e dell'imposizione rende la loro immagine 'vera', ammirevole agli occhi di chi li conosce per davvero. Certo, qualche cazzata l'hanno fatta tutti: James ci è cascato con l'alcool, ma questo non smuove di una virgola il rispetto che questo grande omaccione dal cuore d'oro e l'aspetto da barbaro si merita. Lunga vita ai Metallica, sempre i numeri uno!
METALLICA'S LIVE DIARY
METALLICA ON THE ROAD 2010: JANUARY# FEBRUARY (pause)# MARCH# APRIL#


MILANO 2009/IL CONCERTO: Recensione dal Datch Forum. LA RECENSIONE di metalitalia.com. TUTTE LE FOTO della serata, dal blog 'Musica Metal'. BOLOGNA 2008. MINUTO PER MINUTO, mega recensione del concerto. VISTO DAL POGO: il concerto in mezzo alla bolgia. LA SETLIST: riassunto schematico dei 18 pezzi suonati. IL COMMENTO su speed'n'thrasher (blog). LA RECENSIONE di MetalItalia.com

LIVE IN BOLOGNA: SONG BY SONG

UNA SETLIST DA CAMPIONI

BOLOGNA, 22 LUGLIO 2008- E' stato un massacro. I Metallica hanno vomitato su Bologna una serie di riff distruttivi in una sassaiola di pezzi storici che sono tra i più amati del proprio repertorio. Se nel 2006 la band suonava per intero Master Of Puppets, in occasione del ventennale del disco, a Bologna ci hanno scatenato traendo ben 5 tracks da Kill'Em All. Anche Ride The Lightning, con 4 brani, è stato ripassato con perizia, mentre di Mastr Of Puppets ci siamo goduti "solo" la title track. 3 estratti da And Justice, 2 dal Black Album e infine uno da Load, più la cover di So What? Il concerto si aperto con Creeping Death, ovviamente, pezzo che omai da anni introduce le esibizioni dei quattro dell'apocalisse. Invece di Fuel come seconda scelta è partita For Whom The Bell Tolls, solenne come sempre. James ha confermato quanto rivelato in una recente intervista, e cioè che quando i Metallica tornano in Europa amano suonare pezzi datati non troppo frequenti: difatti Ride The Lightning e And Justice For All, title track dei mitici album del 1984 e del 1988, sono state sorprese graditissime; ma anche Bleeding Me (tratta da Load) è stata una variante simpatica. A mega classici come Harvester Of Sorrow e The Four Horsemen è stata aggiunta anche una terrificante No Remorse, ancora da Kill'Em All. Un brano grandioso ma che nella serie di canzoni leggendarie di quell'album viene troppo spesso messa dietro ad altre song. Del rsto in un capolavoro simile è difficile trovare tracce deboli: non ce ne sono. Così mentre la folla si scatena per due colonne insostituibili come Master Of Puppets e Whiplash, i Metallica sanno anche dare emozioni diverse: con canzoni del calibro di Fade To Black (1984), One (1988) e Nothing Else Matters (1991): un trittico da pelle d'oca. Enter Sandoman e Sad But True sono il giusto tribto al popolare Black Album, prima dell'ennesimo doppio tributo a quel Kill'Em All che ha fatto epoca: la devastante accoppiata Motorbreath-Seek & Destroy. Come di rito, la killer track che chiude ogni concerto della band, scatenando i fan.

BOLOGNA, SETLIST
01. Creeping Death- 02. For Whom The Bell Tolls- 03. Ride The Lightning- 04. Harvester Of Sorrow- 05. Bleeding Me- 06. The Four Horsemen- 07. ...And Justice For All- 08. No Remorse- 09. Fade To Black- 10. Master Of Puppets- 11. Whiplash- 12. Nothing Else Matters- 13. Sad But True- 14. One- 15. Enter Sandman- 16. So What?- 17. Motorbreath- 18. Seek & Destroy.

I METALLICA VISTI DAL POGO

NOTTE INDIMENTICABILE

BOLOGNA, 22 LUGLIO 2008- E' arrivato il giorno tanto atteso, la calata italica dei Metallica. Qualcosa in più della mia band preferita, e per la prima volta posso vederli dal vivo. Quei fottuti biglietti li guardavo da febbraio, contavo i giorni ed ora finalmente è arrivato il fatidico 22 luglio. Partenza attorno alle 15, in auto con due fratelli e il mio amico Ovo. Durante il viaggio in autostrada dobbiamo sorbirci un'ora di coda sotto il sole per un incidente, ma poi finalmente entriamo in Bologna attorno alle 17. Trovato un parcheggio campestre entriamo finalmente nella già piena arena parco nord. Ci piazziamo sulla collinetta aspettando l'inizio del massacro. Tra loschi ceffi ricoperti di metallo, bellezze in costume e centinaia di t-shirt a tema, ci guardiamo attorno mangiucchiando qualche patatina mentre l'attesa viene mitigata da un cd con pezzi di Black Sabbath, ACDC, Bullet for my Valentine, Megadeth e Limp Bizkit che gira all'infinito, stufandosi di se stesso.. Poco dopo le 18.30 iniziano a suonare i The Sword, che non sono male e smaccano bene. Seguiamo il concerto distrattamente, ridendo e sparando cazzate. Nell'attesa dei Down io e Ovo abbiamo la bella idea di andare allo stand a soddisfare la nostra sete atomica. Dopo aver ispezionato la platea per localizzare il posto dove pogare meglio, ci mettiamo in coda e dopo lunga attesa possiamo sorseggiare le nostre birre fresche. Perso metà della performance dell'acclamato Phil Anselmo (e dei suoi Down), decidiamo di perderci anche la seconda parte, perchè dopo le birre ora è il cesso che chiama. Altra fila d'attesa, con tanto di panoramica su omino cagnante, e altro bisogno soddisfatto.

IL MACELLO. Ridendo e scherzando, cala lentamente la sera. Per tre quarti d'ora buoni vaghiamo nella folla in platea, imprecando contro la nostra statura ridotta e cercando un posto dal quale poter vedere lo show senza perderci le botte. Purtroppo non lo troviamo e tra ripensamenti e dubbi laceranti decidiamo di fermarci dove siamo, in un posto centrale dal quale non si vede granchè ma da dove ci si potrà godere la bolgia. Finalmente The Ecstasy Of Gold annuncia l'inizio della battaglia, e i Metallica piombano sul palco sparandoci nei denti Creeping Death! La folla va in delirio immediatamente, e nel giro di cinque minuti l'odore di sudore è affettabile col coltello. Tutti saltano, cantano, spingono in una pazzia travolgente che prosegue con la solenne For Whom The Bell Tolls e la terrificante combo Ride The Lightning-Harvester Of Sorrow. Persino Bleeding Me fa la sua sporca figura, ma ovviamente quando James ci vomita addosso The Four Horsemen la pazzia divora i nostri cervelli. Ci chiede se ci piace Kill'Em All, il ragazzone... Come possiamo non rispondere con un boato oceanico e goderci un'altra mitragliata tratta da quel capolavoro, nientemeno che la sporchissima No Remorse, subito dopo una possente versione di And justice For All! Il vortice del pogo si allarga sempre di più, restare in piedi è una battaglia. Sgomitare e spingere con cattiveria dal dentro è più bello di quello che sembra a vedersi! Pestare e smaccare è fondamentale per due ragioni. Uno, divertirsi e godere di tutta quell'adrenalina che viviamo ogni volta che ascoltiamo i Metallica dallo stereo senza poter fare atti simili; due, non venire schiacciati. Fade to Black spezza un pò quel ritmo indiavolato, ma il finale incazzoso ci carica a dovere in vista della canzone apocalittica che sta per arrivare... MASTER OF PUPPETS! Bastano le tre note iniziali per scatenare un degheio indescrivibile, andiamo letteralmente fuori di testa. Non aspettavamo altro, succede di tutto. Gente che spinge in avanti, frange che arretrano, ossessi che si dimenano, gomitate a destra e a manca. Cantando a squarciagola l'inno di battaglia assoluto dei Metallica, con le braccia protese verso i quattro cavalieri, che ammirano soddisfatti la marea umana che si scatena ai loro piedi. Pezzo fantastico, da quanto tempo sognavo il momento in cui Bologna avrebbe urlato "Master! Master!" assieme a James! Il delirio si protrae con la successiva Wiplash, un'altra scarica spakkaossa. Una delle mie preferite in assoluto. I riff tellurici sono scosse velocissime ai quali rispondiamo con l'urlo feroce "Whiplaaashhh!!". Troppo fuori. Emozionati da Nothing, caricati da Sad But True con James che ne recita il ritornello prima che la song inizi (scatenando un altro piccolo putiferio), assistiamo presi male alle esplosioni classiche che introducono una super One. La notte è lunga, e c'è ancora tempo di scatenarsi con Enter Sandman e So What?. HetfieldGod è vero animale da palco, e il pubblico va in visibilio quando il megaschermo si fissa sulla sua mano: prima sfodera un fuck, poi le corna, infine mostra il plettro col logo, in un'escalation di boati.
Motorbreath demolisce le ultime frontiere della follia, corrode le corde vocali di chi ancora non è stanco di saltare e cantare. Sono i momenti conclusivi, elettrici. James parla a Bologna, dice che anche se parliamo due lingue diverse, stasera parliamo tutti la lingua dei Metallica! Il pubblico gli tributa un boato, mentre lui alza il braccio innescando una terremotante Seek e Destroy, accolta in un tripudio animalesco. E' il culmine del bordello, la canzone più assassina, il pogo più vibrante. Mi scaglio nel pogo con Ovo, ma finisco in mezzo a un nugolo di persone che pogare non vogliono; costoro alquanto inaciditi da ciò mi si scagliano addosso e il pogo si fa rissa, con cattiveria! Un energumeno mi ributta nel cuore del pogo più salubre e, sempe cantando a squarciagola, godiamo come pazzi! Le corde vocali chiedono pietà, nel cervello pompa sangue a dismisura mentre ruggiamo assatanati "Seek e destrooooyyy!!" con una violenza inaudita. E' uno spettacolo nello spettacolo, ma purtroppo dopo una sudata magnifica si giunge alla fine del concerto. I Metallica ci salutano, in italiano e con la nostra bandiera inneggiante a Cliff Burton. La festa è finita, i californiani hanno messo a ferro e fuoco Bologna e la loro calata italica è stato un massacro degno dei tempi migliori! TROPPO FIGO. E' stato un concerto grandioso: fradici e non stanchi, io e Ovo ci ribecchiamo coi miei fratelli gasati a mille. Torneremmo volentieri in trincea a pogare, invece ci accontentiamo di bazzicare tra una bancarella e l'altra alla disperata ricerca di una t-shirt commemorativa. Dopo lunghe ricerche troviamo finalmente quello che cercavamo e ci inviamo verso il parcheggio. Il ritorno a casa è una colossale dormita in macchina, con sottofondo di Black Sabbath e AC/DC. Il tanto atteso 22 luglio si è consumato in fretta, come un riff degno di Kill'Em All. La tempesta metallica ha lasciato un segno indelebile che non dimenticheremo!

SUPER METALLICA NELLA DATA ITALIANA

APOCALISSE A BOLOGNA!

BOLOGNA, 22 LUGLIO 2008. SONO ANCORA VIVI. Diamine, se lo sono: i Metallica a Bologna hanno pestato come ai bei tempi, dando l'ennesima dimostrazione di essere il gruppo migliore del mondo, di ieri, oggi e domani. Nessuno come loro sa scatenare una tale bolgia d'emozioni, regalando prestazioni galattiche per tecnica e personalità ancora oggi, a quasi trent'anni dalla nascita del gruppo. L'attesissima unica data italiana della band ha svelato un gruppo in forma smagliante, un James Hetfield stellare per voce e carisma e soprattutto una fame immensa, da parte del pubblico, di scatenarsi per questa leggenda vivente che non sa vivere solo della propria gloria passata. Tutt'altro, e non solo per l'uscita imminente di un nuovo disco che si annuncia grandioso, ma soprattutto per la capacità immortale di far impazzire la folla oltre ogni limite. Una passione devastante, un pogo trascinante che ha caricato a mille l'adrenalina dei quasi trentamila ragazzi accorsi all'Arena parco Nord per gustarsi il ritorno dei maestri del thrash: gli assoli letali di Kirk, un Lars Ulrich che si diverte addirittura in doppia cassa e le folcloristiche acrobazie del scimmiesco Trujillo!
MINUTO PER MINUTO. Già nel pomeriggio, sotto il sole battente, l'Arena Parco Nord si presenta piena di metallari accorsi qui solo per i 'tallica. Gente stipata sulla collinetta, attorno al palco gigantesco o in fila agli stand delle birre. L'attesa è palpabile, e il buon preludio dell'apertura concessa ai The Sword inizia a gasare la folla. Seguono i Down, non stratosferici ma con la presenza al microfono di un mito come Phil Anselmo a riscuotere i primi cori d'incitamento. Poi, attorno alle 21, l'attesa ha trovato il suo coronamento. The Ecstasy Of Gold di Morricone ha messo i brividi a tutti, e finalmente i quattro thrashers sono apparsi sul palco, aprendo con una corrosiva Creeping Death! Il pubblico si è sciolto presto, scatenandosi da subito. La successiva For Whom The Bell Tolls, aperta dalle cadenzate bacchettate di Lars e dal celebre riff di basso, ha dato fuoco alla folla bolognese. Il riff tritaosse di Ride The Lightning è stata una sorpresa al fulmicotone, la definitiva scintilla che ha mandato nel delirio più totale i ragazzi, tutti ben muniti di t-shirt e/o borchie, capelloni e hair guitar di turno. Bang your head! Alla funerea sinfonia di Harvester Of Sorrow è seguita la quasi inedita Bleeding Me, molto più potente che su dico. Ma il meglio doveva ancora arrivare...
"Do You like kill'Em All??", chiede James scatenando un boato impressionante. La serata si è incentrata sul primo, fondamentale album della band (1983), e la mitologica The Four Horsemen è stata la prima mitragliata della serie. Incandescente, travolgente. Dopo la potentissima parentesi di ...And Justice For All, altra track non proprio frequentissima (negli anni '90, per l'eccessiva lunghezza delle song dell'album, i Metallica ne suonavano spesso un medley!), il ritorno alle origini riprende con No Remorse e i suoi riff massacranti. Il pogo diventa sempre più rovente, ma sono i Metallica stessi a quietarlo, con una versione pelle d'oca dell'infinita Fade To Black. Saggia mossa: con la song che stava per seguire sarebbe stato rischioso non raffreddare un pò gli animi.
Sono bastate le prime tre note. E la gente si è letteralmente dimenata, perche Master Of Puppets non ha eguali e concentra nei suoi vocalizzi devastanti, nei riff incessanti, nell'assolo straordinario tutta l'essenza dell'essere fans dei Metallica! Eseguita in maniera perfetta,con Kirk sugli scudi e James grandioso, come sempre, nel caricare tutta l'adrenalina del pubblico e far scatenare i ragazzi della platea. L'escalation di violenza continua con un altra sassaiola tratta da Kill'Em All, Whiplash: velocissima, come nessuna. Difficile da cantare, esaltante quando tocca al pubblico gridare "Whiplaaaash!!" e dimenarsi in fragorosi headbanging! L'ottovolante delle emozioni prosegue con un lento celebre e passionale, quella Nothing Else Matters che sa sempre colpire anche i metallari più scatenati. Lo show di James prosegue con i celebri "yeaah", "uugh!" e le risate sguaiate che scatenano il pubblico. Poi Hetfieldgod recita il ritornello di Sad But True e la folla si esalta, sostenendo a gran voce la celebre hit del black album.
Le luci calano sul megapalco. Fuochi, spari ed esplosioni sono il preludio ormai celebre di One, marcia solenne che si accende con l'incedere. Fianco a fianco, James e il pubblico cantano con interpretazione e intensità. La gente gode, e sull'onda del divertimento collettivo parte Enter Sandman, in un tripudio di pirotecnici fuochi d'artificio. Si profuma aria di grandezza, di notte importante sotto il cielo bolognese. Tutti sudati, e contenti di essere li ad assistere al ritorno dei Maestri. Dopo la canonica finta-fine, i Metallica tornano a carburare: "So fucking what??", sussurra James: è la volta di So What, la cover degli Anti Nowhere League. Le sorprese non smettono mai di infiammare l'arena: arriva infatti un'altra killer tracks, potente e grezza nella sua primordiale aggressività: ancora da Kill'Em All, ancora un capolvoro del thrash, l'infinita Motorbreath! E' quasi impossibile rendersi conto di cosa accada, del repertorio strepitoso che i Metallica in persona stanno mitragliando sulle facce scatenate dei metallers italiani.
Si avvicina la mezzanotte, ma i ragazzi potrebebro continuare a cantare e pogare ancora per ore. Purtroppo ogni cosa ha una fine, e la fine che James Hetfield regala è da brividi. Prima il megaschermo puntato sulla sua mano, col plettro tra le dita e la M tatuata:James prima fa un fuckyou, e il pubblico si esalta; poi esibisce le corna, e il delirio si fa imponente; infine gira il plettro, svelando il logo "Metallica" e scatenando la massa oceanica! Il singer si prende il centro del megaschermo, e solenne sibila: "Bologna... we don’t speak Italian, you speak a little English, but tonight we are speaking the language of Metallica”!!!!" Nel pubblico si sussulta, tra boati e brividi devastanti. James alza il braccio al cielo, sentenzia "SEEk & DESTRRROOYYY!!" e scatena il bordello più assoluto. Seek e Destroy è la canzone meglio riuscita della serata, un'allucinante dimostrazione di milizia e perizia. Il pogo è totale, denso, criminale. E' un trionfo, l'incoronazione di una leggenda. Avrebbero potuto impostare una scaletta completamente diversa e altrettanto valida se avessero voluto, tanto vasto è il loro repertorio: da Battery a Blackned, da Metal Militia a the Unforgiven, da Damage Inc. a Orion. I quattro cavalieri chiudono salutando Bologna in italiano e brandendo un vessillo tricolore inneggiante a Cliff Burton. Il cuore della notte risucchia emozioni indescrivibili per un concerto indimenticabile, che sancisce ancora una volta l'infinita grandiosità di una band che fa dell'immensità la sua regola!

I MAESTRI STANNO PER TORNARE

Attesa spasmodica per il ritorno sulle scene della band più grande di sempre. Il tanto sognato ritorno alle origini sembra finalmente alle porte, mentre dal vivo la band non ha mai smesso di fare spettacolo.

L'attesa sta diventando spasmodica, tra i fans (e non solo) di tutto il globo. Un disco dei Metallica non è mai stato un evento qualsiasi, come l'uscita di un disco qualunque di una qualunque altra band. Soprattutto adesso, a cinque anni da St Anger e dopo il tanto annunciato ritorno alle origini. Il bivio è cruciale: dopo tre album male accolti da fan e critica, la band deve dare un senso e una definizione precisa al suo terzo periodo di storia. Il primo (1981-1995) era stato il periodo d'oro, massimo fulgore di un thrash di cui i Metallica erano capiscuola, portabandiera e sviluppatori. 4 album mostruosi li intagliarono definitivamente nella leggenda dell'heavy metal, culminando nell'enorme successo del Black Album. Il secondo periodo (1995-2003) è stato il periodo duro, con la produzione di tre soli album e per di più modesti, il rischio sfiorato di uno scioglimento, il diradarsi evidente dalla scena più calda. Adesso i Metallica stanno lentamente riaffiorando, in giro la gente è tornata a mormorare i loro nomi con curiosità, complice anche una campagna di promozione del fantomatico nuovo album che sta catalizzando progressivamente gli interessi generali. Diversi slittamenti della data di uscita, e un annunciato ritorno alle origini stanno alimentando in maniera forsennata l'attesa per questo Death Magnetic che potrebbe segnare la ciliegina sulla torta di una carriera imperiosa, per quella che è da molti ritenuta la più grande metal band di ogni generazione.

Nei fan più accaniti è tuttavia un misto di pessimismo e ottimismo a prevalere. Chi ha avuto la fortuna di ascoltare qualcosa del nuovo materiale testimonia che c'è un positivo, parziale, ritorno al thrash di fine anni '80. Tuttavia c' qualcosa che ci impedisce di credere davvero ad un grande ritorno. I ragazzi che non sono più incazzati come ai bei tempi, l'abitudine non sempre affidabile di proclamare una svolta epocale (già per St Anger fu così!), la paura di vedere il proprio gruppo preferito ancora alle prese con materiale non all'altezza della sua fama. Insomma, riaccarezzare il sogno Metallica dei tempi belli sarebbe così bello da sembrare utopico. Eppure c'è un brivido, una curiosità particolare, un'aurea mistica nell'attesa.

La stampa specializzata ha ascoltato sei dei presunti dieci pezzi che dovrebbero finire nel disco, definendoli in pieno old style. Kirk e Lars nei mesi scorsi hanno parlato di un sound vicino a quello di And Justice For All e del Black Album, ma in un'intervista di questi giorni James ha osato affermare che nelle idee della band Death Magnetic dovrebbe essere un master Of Puppets moderno! La stampa mondiale non ha mai smesso di incensare la band come vero fenomeno on the road: se in studio qualche colpo è andato a vuoto, sul palco i quattro cavalieri sono sempre i migliori. I concerti della band regalano sempre emozioni indimenticabili, trascinate dai storici cavalli di battaglia: da Whiplash a Seek e Destroy, da or Whom The Bell Tolls a Creeping Death, da Master Of Puppets a Battery, da One a Enter Sandman. Una scarica adrenalinica devastante e sempre all'altezza del nome della band. Nome troppo spesso infangato dai ridolini di chi si è azzardato a definirli "venduti" o finiti solo perchè hanno voluto sperimentare cose nuove, perchè hanno passato momenti difficili a livello personale che hanno impedito di produrre qualcosa migliore di un St Anger qualsiasi. Gli stessi che poi magari accusano gli Iron Maiden o gli Slayer di essere ripetitivi perchè non cambiano mai la formula: deficienti, in ogni caso. Decidetevi, e preparatevi, perchè i maestri del thrash stanno per tornare. Il tempo è passato, i Metallica non saranno più i ventenni battaglieri che urlavano la loro rabbia ai poser, al sistema che ci controlla e alla pietosità dell'animo umano; hanno trovsto una loro serenità ed ora sono ragazzoni maturi e felici, ma in fondo non hanno mai smesso di credere ai propri ideali, e ancora oggi è bello senitirli distaccarsi da ogni frangia politica, di crdere solo alla coscienza delle persone per bene; da brividi è quando James parla di "ritorno alle sonorità CHE PIU' AMIAMO": come a dire, la parentesi dell'ultimo decennio è chiusa, e altro non è che, appunto, una parentesi. Lo stesso singer ha dichiarato che nella composizione e registrazione dei nuovi pezzi i Metallica hanno lavorato con precisione certosina, curando nel dettaglio ogni minimo particolare. Ottimo: come ai bei tempi, mentre per Load e Reload era stata volontariamente scelta una strada semplificata e meno curata, per esprimere un sound più immediato. Per St Anger invece il tutto era stato ostacolato da un periodo più complesso fatto anche di litigi e problemi che andavano al di là degli aspetti musicali. I quattro cavalieri stanno tornando, cavalcando i fulmini, pronti a scuotere il mercato con una nuova mitragliata di thrash escandescente!

DAMAGE, INC.

HONESTY IS MY ONLY EXCUSE. ASSOCIAZIONE DANNI SPA, la canzone più violenta dei Metallica. Una sassaiola incessante che mitraglia scintille infuocate a velocità supersonica, delineandosi su un binario doppio d'interpretazione. I superficiali l'hanno definita un'inno all'aggressione senza senso, isterica e violenta. In realtà il filone di lettura è ben altro. Innanzitutto è uno stato d'animo, è ciò che provi quando sei ferito e incazzato davanti a qualcosa che ti fa davvero infuriare (Distribuendo l'agonia che hai dentro- Attaccando in maniera forte), ma devi piegarti a qualcosa, un ordine o un conformismo contro il quale cozza il tuo istinto. In quei momenti solo una cosa ti passa in testa, 'Vada tutto a fanculo e nessun rimorso del cazzo'. Poi però c'è un'altra chiave di lettura, più complessa e profonda. L'associazione danni spa è quella che controlla con subdola violenza la società, infiltrandosi in modo parassita nella politica. Violenza organizzata, mafia, criminalità sono incancrenite talmente bene nel tessuto societario che ormai ci si è abituati ad esse. Ti puoi piegare, farti dominare, '0 morendo in piedi per l'onestà'. La danni s.p.a. controlla tutto dalle stanze dei bottoni, senza alcuna pietò per i drammi umani. E questo a noi non piace, perchè 'L'onestà è la mia unica scusa', questo ai Metallica non piace e allora lo sbattiamo in faccia a tutti a suon di heavy metal.
DAMAGE, INC. Dealing out the agony within Charging hard and no one's gonna give in Living on your knees, conformity Or dying on your feet for honesty Inbred, our bodies work as one Bloody, but never cry submission Following our instinct, not a trend Go against the grain until the end Blood will follow blood Dying time is here Damage, Incorporated Slamming through, don't fuck with razorback Stepping out? You'll feel our hell on your back Blood follows blood and we make sure Life ain't for you and we're the cure Honesty is my only excuse Try to rob us of it, but it's no use Steamroller action crushing all Victim is your name and you shall fall We chew and spit you out We laugh, you scream and shout All flee, with fear you run You'll know just where we come from Damage, Incorporated Damage jackals ripping right through you Sight and smell of this, it gets me going Know just how to get just what we want Tear it from your soul in nightly hunt Fuck it all and fucking no regrets Never happy endings on these dark sets All's fair for Damage, Inc. you see Step a little closer, if you please.

ASSOCIAZIONE DANNI SPA. Distribuendo l'agonia che hai dentro Attaccando in maniera forte e nessuno cederà Vivendo in ginocchio, conformità 0 morendo in piedi per l'onestà Innato, i nostri corpi lavorano come un tutt'uno Sanguinante, ma senza mai invocare sottomissione Seguendo il nostro istinto, non una moda Farlo a malincuore sino alla fine Al sangue seguirà sangue Il tempo di morire è qui Danno Registrato Spingendo con forza, non scherzare con il rasoio Uscire fuori? Sentirai il nostro inferno sulla tua schiena Al sangue segue sangue e ci assicureremo Che la vita non sia per te e noi siamo la cura L'onestà è la mia sola scusa Cerca di rubarcela, ma non serve Azione di rullo compressore che annienta tutto Vittima è il tuo nome e cadrai Al sangue seguirà sangue Il tempo di morire è qui Danno Registrato ti mastichiamo e sputiamo fuori Ridiamo, tu urli e gridi Tutti fuggono, corri con paura Saprai da dove veniamo Danno Registrato Sciacalli del danno che ti squartano La vista e l'odore di tutto ciò mi fanno andare avanti Sappiamo come ottenere quello che vogliamo Lo strappiamo dalla tua anima durante la caccia notturna Vada tutto a fanculo e nessun rimorso del cazzo Mai una bella fine in questi posti scuri Tutto è corretto per Danno Inc. capisci? Vieni più vicino per favore Al sangue seguirà sangue Il tempo di morire è qui Danno Registrato.

QUESTI SONO I MIEI IDEALI

RIBELLIONE CONTRO TUTTO E TUTTI. I metallari sono gli individui che più di molti hanno voglia di libertà, realtà e onestà. Sin da piccoli soffrono terribilmente le ingiustizie e le imposizioni. Ci sono vari tipi di imposizioni, e spesso quelle dei genitori, per qualsiasi ragione, sono quelle più roventi. La scelta della scuola o la pretesa a pensare allo stesso modo loro, gli orari delle serate fuori e lo stesso uscire troppo: ogni cosa può essere oggetto di sospetti e diktat da parte dei genitori, e i giovani metallari covano dentro sentimenti contrastanti. Sognano la libertà, si sentono dei ribelli ma poi devono fermarsi di fronte a delle leggi nate nella loro stessa casa e per motivi discutibili. I genitori saranno anche in pensiero per i propri figli ma, per dirla alla Metallica, 'La vita è mia da vivere a modo mio'. A scuola, poi, i 'ribelli' si vedono inquadrati in un sistema claustrofobico. I professori non capiscono, spesso, di avere a che fare con dei giovani che hanno soprattutto voglia di vivere e divertirsi. La dittatura culturale può essere terribile: costringere a studiare chi non è fatto per studiare non è solo controproducente, è atroce. Per quello che serve, poi, studiare: nel mondo del lavoro spesso non serve a nulla quello che la scuola insegna, per lo meno quella italiana. Mondo del lavoro che, ovviamente, presenta presto i suoi punti negativi: dirigenti che guadagnano troppo e fanno poco, certo, ma anche un peso psicologico inquietante: si lavora per i soldi, ma al lavoro 'buttiamo' miliardi di ore della nostra vita. Tutti i soldi che guadagnamo valgono i milioni di giorni dedicati a persone e cose di cui non ci interessa minimamente? In ufficio o in fabbrica che sia, ripetere centinaia di volte la stessa routine pensando a cosa si ha voglia di fare nel (poco) tempo libero è molto pesante. Vedi il tuo tempo che scorre -lento, ma scorre- mentre fai cose che non ti interessano, mentre la tua vita -che naturalmente è quella relegata al (poco) tempo libero- è un corri corri che passa troppo veloce. Il destino o, per chi ci crede, qualche Entità Superiore, poi, tendono delle fatalità odiosissime che possiamo catalogare come 'legge di Murphy', ma che a mio parere è qualcosa di più grosso. Un esempio per tutti potrebbe essere, ad esempio, una settimana con 5 giorni di sole e un weekend di pioggia: non si aspetta altro che il sabato, ed ecco che puntuale viene rovinato tutto. Tutte queste ingiustizie, e molte (troppe) altre, costringono l'individuo a covare in sé una rabbia immane, che sfoga con l'indurimento del carattere e la chiusura glaciale davanti a molte situazioni della vita di tutti i giorni. Una delusione amorosa? Si fottano tutte le ragazze, non ho più bisogno di loro. I colleghi sono dei deficienti? Si fottano pure loro, la mia vita è fuori e non mi importa cosa pensino di me. Anche gli amici a volte ti deludono? Non farti problemi, sii forte e lascia scorrere tutto. L'heavy metal non ti tradisce mai, e se quegli amici lo sono davvero saranno loro stessi a tornare da te. Sii importante per te stesso, sentiti forte. E quando hai bisogno di qualcuno davvero al tuo fianco, accendi lo stereo e scavezza il tuo collo. Non scordarti mai, però, delle persone: per quanto qualcosa ti faccia arrabbiare o star male, il patrimonio umano di tutti gli individui incontrati nella propria esistenza è importante e non va mai tralasciato. C'è chi viene emarginato e chi si emargina da solo, chi cerca solo amici metallari e chi va d'accordo anche con gente normale, a patto che sia in gamba e semplice, alla mano, onesto. Nelle persone regna la falsità: tutti sorridono davanti e poi sparlano alle spalle. Le persone 'vere' non sono molte e si riconosono subito: dalla loro umiltà, dal loro animo 'rock'. Indipendentemente dai loro gusti musicali. A chi vuole farti pensare come lui, vivere come lui, vestire come lui, rispondi solo una cosa: 'Life's for my own, to live my own way '. Andare in giro con i jeans squartati, le borchie e le magliette dai disegni sconvolgenti è il grido di ribellione: io sono così, guardami società borghese e di plastica. Non ti vado bene? Me ne sbatto il cazzo, io sono così.

'SARA' UN NUOVO MASTER OF PUPPETS!'

"I momenti negativi sono ormai un ricordo lontano, da tenere comunque come monito per il futuro. St Anger ha rappresentato il nostro purgatorio, un atto dovuto per diventare un gruppo migliore. Questa volta, invece, abbiamo fatto tutto senza fretta, per essere sicuri di centrare l'obbiettivo. Death Magnetic è un ritorno al passato, alle sonorità che più amiamo, arrangiate in un contesto attuale: potremmo definirlo come un Master Of Puppets moderno, ma non aspettatevi una copia esatta di quel disco!"


METALLICA, UNA STORIA AVVINCENTE. Hanno fatto leggenda con una mitragliata di dischi immortali, da Kill'Em All al Black Album, hanno lottato contro le tragedie di una vita bastarda (Cliff Burton), hanno mandato in estasi i metallari più tradizionali e anche quelli più... melodici; poi hanno anche rischiato di dover appendere gli strumenti al chiodo e hanno pure registrato qualche album meno bello, ci sta nella vita. Mister James Alan Hetfield è un ragazzo col sorriso sempre pronto, un campione dalle spalle larghe che ha saputo tenere uniti i cocci, uscire dai problemi con l'alcool e far ripartire il colosso di metallo. La ripartenza, leggasi St Anger, era stata scricchiolante. Ora, a 5 anni da allora, i Metallica sono definitivamente tornati a volare e l'imminente nuovo album porta brividi stuzzicanti. Jimbo James è un grande, e sentirlo raccontare ll'universo dei quattro cavalieri è sempre una cosa impagabile.

OLTRE L'OSTACOLO. Ha una famiglia splendida, James, ed una gloria musicale che con la band lo consacra in eterno tra gli immortali dell'heavy metal. E' un uomo felice, con la stessa grinta e forza con la quale a diciott'anni cantava Metal Militia; gli anni difficili di fine millennio. sono definitivamente archiviati. "I momenti negativi sono ormai un ricordo lontano, da tenere comunque come monito per il futuro. Il periodo trascorso per curare la mia dipendenza dall'alcool è stato in assoluto il più difficile della mia vita: senza la musica non so se ce l'avrei fatta, però adesso sono qui e so per certo che non ho più bisogno di mentire a me stesso e fuggire invece di affrontare i problemi".

RIPARTIRE DA ST. ANGER. Con Kill'Em All i Metallica inventarono il poderoso thrash metal, con Ride The Lightning lo perfezionarono e impreziosirono. Master Of Puppets fu il capolavoro che li consegnò dritti alla storia, un'opera fantastica di potenza, velocità, ritmi battenti, galoppate epocali, cadenze macabre e melodie agghiaccianti. And Justice For All segnò un passo avanti nella tecnica, il Black Album li portò nelle case di tutti perchè i Metallica sono un patrimonio che tutti devono conoscere. La parentesi di Load e Reload, più soft e rock, è circoscritta a due tre anni di evasione. Il più grande interrogativo resta St Anger, un disco che voleva segnare un ritorno alle vecchie potenze ma non fu un successo. "Anche a distanza di parecchio tempo non saprei dire cosa non abbia funzionato nel disco precedente: probabilmente, il fatto che la band arrivasse da un periodo molto stressante, caratterizzato da litigi, pressioni e sbalzi di umore continui ha influito sul risultato finale più di quanto potessimo immaginare. In un certo senso, St Anger ha rappresentato il nostro purgatorio, un atto dovuto a noi stessi, per diventare un gruppo migliore col disco successivo. In cuor nostro sapevamo di rischiare molto, ma non avevamo alternative. Questa volta, invece, abbiamo fatto tutto senza fretta, per essere sicuri di centrare l'obbiettivo. Durante le pause dell'ultimo tour abbiamo registrato un sacco di materiale, ore di jam session sezionate in maniera certosina in mdo da tirar fuori le idee più interessanti e d elaborarle insieme in studio. E' stato faticoso, ma anche divertente. Ci siamo ritrovati con una montagna di riff che identificavamo col nome della città nella quale erano stati registrati!"

UN RITORNO AL PASSATO. Adesso i maestri del thrash stanno per tornare. I ragazzi parlano di un ritorno alle sonorità di "And Justice...", qualcuno parla di un disco con 10 killer song veloci e aggressivi, con inserzioni di qualche traccia alla "Unforgiven". La stampa specializzata ha avuto modo di ascoltare 6 pezzi live, e i commenti sono stati incoraggianti. Le parole di James aprono barlumi di speranza addirittura più rosei di quelli che ci si possa immaginare. "Per noi si tratta di un ritorno al passato, alle sonorità che più amiamo, ovviamente arrangiate in un contesto attuale: potremmo definirlo come un Master Of Puppets moderno, o almeno quella è l'idea, ma per favore non aspettatevi una copia esatta di quel disco!"

DAL VIVO, SEMPRE I MIGLIORI. Flop o non flop, anche negli ultimi 10 anni la band ha sempre riscosso onorevoli recensioni in relazione ai propri concerti. Dal vivo. i Metallica sono formidabili ed energici come sempre, ed è questa la cosa più bella per gli appassionati fan del gruppo. Che il prossimo 22 luglio potrà ammirare i 4 cavalieri a Bologna, una data attesa con frenetica ansia! "Per noi suonare dal vivo è una valvola di sfogo, ci aiuta a mantenere una certa freschezza dal punto di vista compositivo ed è anche un buon allenamento per il fisico! Il palco ci regala gli stimoli per entrare in studio con la mentalità giusta e, allo stesso modo, quando siamo in studio non vediamo l'ora di tornare on the road per ritrovare il contatto col nostro pubblico. Quando ci esibiamo nei festival estivi, specialmente in Europa, ci piace inserire canzoni che solitamente non suoniamo nei tour, come Ride The Lightning, The Four Horsemen, Whiplash o And Justice For All. Con 8 album alle spalle non è facile scegliere cosa inserire e, soprattutto, cosa togliere dalla scaletta. Comunque, non mi sembra di ricordare gente che se ne sia tornata a casa delusa dopo un nostro concerto!".

INSOLITO OTTIMISMO. James parla sereno e ottimista, della vita in generale. Si incazza se si cerca di accostare la band coi democratici o i repubblicani, perchè "Noi pensiamo solo a noi stessi, giorno dopo giorno". Nei testi ottantiani i Metallica lasciavano intendere un certo pessimismo nel sistema e nell'indole umana. Il tempo ha forse mitigato gli adori giovanili, e sembra quasi non essere Jimbo a pronunciare queste parole: "Nonostante tutto quello che si vede in giro, io continuo ad avere grande fiducia nel genere umano e nelle capacità delle persone di adattarsi e sopravvivere in qualunque condizione: le persone che fanno cose buone, alla lunga, avranno la meglio su quelle che compiono azioni spregevoli, indipendentemente dai politici che siedono nelle stanze del potere". In fondo in fondo si avverte però lo stesso orgoglio di sempre, il solito grandissimo fuck you ai fili del burattinaio che ci opprime. Anche in quest'ultima frase, e in un ardente "Non ce ne frega un cazzo di Al Gore!", ritroviamo il caro vecchio James di "Master.." ed "Escape": la vita è nostra, da vivere a modo nostro. E allora viviamola, con lo stereo sempre follemente a palla, a urlare "Seek & Destroy", "Enter Sandman" e "Damage Inc" in attesa di Death Magnetic!!

CLIFF BURTON

CLIFF BURTON. Indimenticabile Cliff Burton. Un incidente mortale se lo portò via, in quel lontano 1986, quando aveva solo 24 anni. Da allora i Metallica non furono più ciò che erano stati prima, privati di un bassista formidabile, di una fonte di ispirazione ricchissima (Cliff era un appassionato dei racconti di Lovercraft), di un ragazzo molto sensibile nonostante le apparenze. Era stato un anno denso di avvenimenti, quel 1986. Master Of Puppets e il tour con Ozzy Osbourne, certo, ma anche l'incidente al braccio che aveva rischiato di mettere fuori gioco James. Un presagio, forse.
L'INFANZIA. Clifford Lee Burton nacque alle 21:38 del 10 febbraio 1962 da Jan e Ray Burton. Il padre Ray, nativo del Tennessee, lavorava come assistente stradale nella San Francisco Bay Area, mentre la madre Jan era originaria della California e lavorava per il distretto scolastico di Castro Valley, la città di residenza della famiglia Burton, come assistente di bambini con problemi fisici o mentali. La famiglia, oltre a Clifford, aveva avuto altri due figli, Scott e Connie, entrambi più grandi. Cliff trascorse un' infanzia felice. All'età di sei anni si avvicinò, sotto spinta del padre, al mondo della musica classica e iniziò a prendere lezioni di pianoforte. Clifford affiancò lo studio della musica, allo sport, giocando nel campionato amatoriale di baseball. A 14 anni, Cliff abbandonò grazie alla spinta di alcuni suoi amici, lo studio della musica classica per avvicinarsi al jazz e al primo heavy metal. Affascinato da queste sonorità, così diverse dalla musica a cui era abituato, decise di abbandonare definitivamente gli studi di pianoforte per iniziare a suonare il basso. Imparò a suonare lo strumento in breve tempo, grazie anche alle lezioni private tenute dal maestro Steve Hamady, e, migliorando di giorno in giorno. Cliff decise di unirsi ad alcune piccole band locali venendo a contatto con nuove influenze e stili. Aveva una cura maniacale in ogni dettaglio e passava circa sei ore al giorno, tra lezioni e prove con i suoi gruppi, perfezionando la sua abilità e il suo stile. Burton aveva intanto iniziato da alcuni anni a lavorare in un'azienda di noleggio di Castro Valley, chiamata Castro Valley Rentals e si era diplomato alla Castro Valley High School. Nel 1980 abbandonò le lezioni private per iscriversi ai corsi di musica del Napa Valley Junior College della California del Nord.
I TRAUMA. Sempre nel 1980 Cliff Burton si unì alla blues rock band Trauma, un giovane gruppo già affermato nella Bay Area sia per le qualità musicali che per le esibizioni live, capaci di intrattenere il pubblico attraverso grandi movimenti sul palco e giochi pirotecnici all'insegna della massima spettacolarità. Cliff riuscì a carpire nuove influenze musicali e ad assimilare diverse tecniche da sfruttare nelle sue linee di basso. Nei Trauma Cliff fu certamente uno dei membri che si distinsero maggiormente per talento e presenza on stage, ricca di prolungati e scatenati headbanging, valorizzati dai suoi lunghi capelli rossi. Il gruppo non pubblicò mai nessun album e gli unici prodotti giunti fino ai nostri giorni sono solo alcuni demo. Una delle loro canzoni più famose rimase 'Such A Shame', traccia ascoltabile nella rara raccolta della Metal Blade Records, Metal Massacre II. I Trauma si sciolsero nel 1982 quando Cliff, divenuto ormai icona del gruppo, lasciò la band dopo aver accettato la proposta di diventare bassista della thrash metal band Metallica.
I METALLICA. I Metallica stavano cercando un bassista da sostituire a Ron McGovney, che aveva lasciato il gruppo nel 1982 in seguito a litigi con Dave Mustaine. Sentendo parlare bene di un certo Burton, decisero di assistere a un suo concerto con i Trauma al famoso locale 'Whisky a Go Go'; colpiti dalla sua abilità, i tre musicisti decisero di reclutarlo immediatamente. Il musicista accettò subito la proposta della band alla sola condizione che i Metallica trasferissero la loro sede a San Francisco, in quanto Burton non aveva molta stima della caotica Los Angeles. Accettata la proposta, un mese dopo l'esibizione Cliff era già membro stabile del gruppo. Cliff diede immediatamente il suo apporto, contribuendo con la sua tecnica musicale e con nuove idee a livello compositivo; per molti il contributo di Cliff Burton fu essenziale per il futuro successo internazionale dei Metallica. Il bassista suonava il suo strumento come nessuno aveva fatto prima; i suoi assoli toccavano molti stili, variando dal jazz a melodie psichedeliche, ed erano dominati da grande sentimento e grande attenzione per i particolari. Classici esempi delle sue capacità e del suo stile emergono nell'album Kill 'Em All, il primo lavoro che il musicista pubblicò con la band californiana nel 1983, e in modo particolare nella strumentale (Anesthesia) Pulling Teeth. Cliff contribuì largamente anche alla realizzazione del disco successivo, Ride The Lightning (1984), per il quale scrisse e compose un buon numero di tracce. In questo disco Burton da il meglio di sé nella famosa traccia The Call of Ktulu che, per una buona parte, compose lui stesso. Un altro brano in cui sono messe in risalto le sue doti musicali è For Whom the Bell Tolls, la cui introduzione è divenuta esempio dell'attento uso della distorsione da parte del musicista. Nel 1986 Cliff Burton partecipò a pieno ritmo alla produzione dell'album Master of Puppets, forse il disco più famoso del gruppo; qui le linee di basso di Cliff divennero maggiormente complesse e prominenti. In Orion, settima traccia dell'album, è ascoltabile un assolo del bassista. In tutti questi anni trascorsi con i Metallica, Cliff non perse mai la sua incredibile personalità on stage e riuscì a farsi più volte apprezzare come grande uomo al di fuori del palco, divenendo di fatto uno dei membri più amati della lunga storia della band. Con i Metallica Burton produsse tre album, Kill 'Em All (1983), Ride The Lightning (1984) e Master of Puppets (1986), dischi, a tutt'oggi, descritti come fra i migliori prodotti di questa band. Poi, quel fottutissimo, bastardissimo 27 settembre.
LA TRAGEDIA. Il 26 settembre i Metallica si esibirono a Stoccolma, Svezia. Lo show fu un successo, grazie anche al ritorno di James alla chitarra dopo diversi mesi di assenza e a Cliff Burton che si esibì prima in un inedito assolo di basso melodico e poi 'Star Spangled Banner' (l'inno nazionale USA). Quella notte sembrò che nulla potesse fermare la potente macchina dei Metallica. Il 27 settembre 1986, durante un viaggio sul bus ufficiale del tour Europeo, nei pressi della cittadina di Ljungby, in Svezia, Burton e Kirk Hammett, giunta ormai la sera, decisero di giocarsi a carte il posto nel letto a castello del loro bus. Il vincente avrebbe dormito vicino al finestrino, il perdente dal lato opposto. Burton vinse e dormì nel posto più prestigioso. Durante la notte l'autista del bus perse il controllo del mezzo, forse a causa di una lastra di ghiaccio sull'asfalto (o a causa dell'abuso di alcol, come molti sostennero). Ormai fuori controllo, il grosso veicolo continuò la sua corsa in un tratto d'erba per poi ribaltarsi. Dalle lamiere contorte uscì per primo lo stesso autista, seguito da James Hetfield e Kirk Hammett, che avevano qualche piccola abrasione sul corpo, e, infine, Lars Ulrich che aveva un alluce fratturato. Accortisi della mancanza di Cliff, i Metallica si spostarono sul retro del mezzo e lì videro uno spettacolo raccapricciante. "Vidi il bus su di lui. Vidi le sue gambe spuntare fuori.Diedi di matto. L'autista del bus, ricordo, stava tentando di dare uno strattone alla coperta sotto il suo corpo per usarla per le altre persone. Dissi, 'Non farlo cazzo!'. Avrei voluto ucciderlo. Non so se fosse ubriaco o se urtò del ghiaccio. Tutto ciò che sapevo era che lui stava guidando e che Cliff era morto', raccontò James. Cliff, durante la drammatica carambola del bus, era scivolato fuori dal mezzo, sfondando con il suo corpo l'ampia vetrata posta vicino al suo letto, proprio nel momento in cui l'autobus si stava rovesciando. Il bassista era rimasto completamente schiacciato dal veicolo, fatta eccezione per le gambe che in parte spuntavano dalle lamiere. Immediatamente la situazione di Burton apparve notevolmente preoccupante per gli altri membri della band, che chiamarono in fretta e furia i soccorsi, sperando che Cliff non fosse morto ma solamente svenuto. Dopo circa un quarto d'ora una gru giunse sulla scena per sollevare il bus. Sotto gli occhi dei compagni di band e dei soccorritori, l'argano iniziò a sollevare l'autobus. Quando il mezzo fu rimosso, per Cliff non c'era più nulla da fare. L'autopsia del Dr. Anders Ottoson rivelò come causa del decesso una 'compressio thoracis cum contusio pulm' ('compressione toracica con contusione polmonare'). L'autista del bus motivò l'incidente come dovuto da un urto su un 'pezzo di ghiaccio nero' e fu rilasciato dalla polizia, nonostante questo frammento di ghiaccio non fosse mai stato trovato sul luogo dell'incidente. La polizia aveva inoltre constatato che la temperatura dell'aria sulla scena era sì fredda, ma non tale da creare simili lastre ghiacciate sulla carreggiata. Il corpo del musicista fu riportato pochi giorni dopo negli Stati Uniti. Il funerale ebbe luogo il 7 ottobre 1986 nella Chapel Of The Valley di Castro Valley. Cliff fu cremato e sepolto nel Maxwell Ranch di proprietà della famiglia Burton.
EREDITA'. James Hetfield ha ammesso in numerose interviste che le influenze musicali portate da Burton nei Metallica furono le principali responsabili di gran parte della musica prodotta dalla band nella sua lunga carriera e dell'immagine che il gruppo esibiva in pubblico. Infatti Cliff, che esordì musicalmente come pianista, portò nei Metallica la sua grande conoscenza teorica che fu immediatamente integrata nel sound del gruppo e nello stile di ogni singolo componente. Burton inserì giri di basso che solo poche band dell'epoca erano capaci di presentare e insegnò a James Hetfield un nuovo modo di suonare la chitarra e di armonizzare. È anche noto che l'ossessione di Cliff per lo scrittore horror H.P. Lovecraft fornì alla band quegli spunti che portarono verso la creazione delle copertine tenebrose e surreali che caratterizzarono la carriera dei Metallica. Inoltre il "culto" di Lovecraft portò nuove tematiche alla band, che si dilettò così nella composizione di brani surreali come "The Call of Ktulu" e "The Thing That Should Not Be". Anche l'apprezzamento del gruppo per i The Misfits, i Samhain e Glenn Danzig è diretta conseguenza dell'entrata nella band di Burton, che propose fino alla nausea questi artisti a Lars Ulrich e compagni.

ROBERT TRUJILLO
Roberto Agustín Miguel Santiago Samuel Trujillo Veracruz, più semplicemente conosciuto come Robert Trujillo (Venice, California, 23 ottobre 1964), è un bassista statunitense. Dal 2003 è il bassista dei Metallica, in cui è entrato dopo l'abbandono di Jason Newsted. In precedenza ha suonato il basso per i gruppi Suicidal Tendencies, Infectious Grooves, Cyco Miko e Black Label Society, e per Ozzy Osbourne. Cresciuto a Venice, ha iniziato a suonare per alcuni gruppi della zona prima di unirsi ai Suicidal Tendencies nel 1989, al posto di Bob Heathcote. Nella band si distinse per l'incorporazione di giri di basso tipicamente funk, soprattutto negli album Lights...Camera...Revolution! ed Art Of Rebellion. Stupito dalle sue performance, il vocalist Mike Muir decise di dar vita insieme a Trujillo ad un progetto collaterale, il complesso funk metal Infectious Grooves, sulle scene fin dal 1990. Robert Trujillo è diventato bassista dei Metallica il 24 febbraio 2003, dopo l'abbandono di Jason Newsted e grazie ad un accordo con i tre membri storici James Hetfield, Lars Ulrich e Kirk Hammett. Con Benji Webbe (Skindred, Dub War), Trujillo ha fondato anche i Mass Mental, che in Giappone hanno rilasciato l'album How To Write Love Songs. Per un po' di tempo, ha anche suonato il basso per Jerry Cantrell. Death Magnetic, l'annunciato ritorno dei Metallica al thrash degli esordi, è il primo album registrato in studio con Robert al basso.

LA SCHEDA. Venice, California, 23 ottobre 1964 RUOLO: bassista. BAND: Metallica. CARRIERA: Suicidial Tendencies, Infectius Groove, Mass Mental, Cyco Miko, Black Label Society, Ozzy Osbourne, Metallica. CENNI BIOGRAFICI: Dopo una vita a suonare in giro per varie band (soprattutto i Suicidal Tendencies), nel 2003 ha rilevato da Jason Newsted il basso dei Metallica.
ESCAPE

LA VITA E' MIA DA VIVERE A MODO MIO. ESCAPE è stato, nei primi anni '80, uno dei motti della band e dei suoi fan. Essa è un'immaginaria evasione da tutto, dalle catalogazioni e dal controllo esterno (tematica questa che verrà ripresa nel successivo Master Of Puppets). Escape fuoriesce dal pessimismo dell'album (Ride The Lightning), è un barlume di speranza: fuggo per salvare la dignità e le mie idee, forse è solo una via di fuga illusoria ma è proprio la forza di volontà e la fede nei propri ideali a crearla dal nulla. Senza momenti depressivi ( Non sento dolore, ma la mia vita non è facile), ma constatando che su questo mondo la falsità e l'ipocrisia ci costringe a lottare, spesso, da soli (So di essere il migliore amico di me stesso/Lotterò sino alla fine Per fuggire dal mondo veramente falso) per cause biologiche, insite nell'animo umano. Il ritornello è tutto un proclama, un grandissimo fuck you ai pregiudizi e alle considerazioni altrui, di chi magari ti deride per il tuo look o la tua passione per il metallo: 'Non ho bisogno di sentire le cose che dicono La vita è per me stesso da vivere a modo mio'. Mille avversità ci contrastano, ma 'Nessuna dannata catena può tenermi per terra'. Impera l'etica dell'heavy metal, la teoria del contrario con la quale sfregiare la morale pubblica: non è chi è fuori dalla normalità ad essere 'malato', ma è la società che si crede normale ad esserlo. Non se ne accorge, ma merita comunque di pagare salato per ciò!

ESCAPE-
Feel no pain, but my life ain't easy I know I'm my best friend No one cares, but I'm so much stronger I'll fight until the end To escape from the true false world Undamaged destiny Can't get caught in the endless circle Ring of stupidity Out for my own, out to be free One with my mind, they just can't see No need to hear things that they say Life's for my own, to live my own way Rape my mind and destroy my feelings Don't tell me what to do I don't care now 'cause I'm on my side And I can see through you Feed my brain with your so called standards Who says that I ain't right? Break away from your common fashion See through your blurry sight See them try to bring the hammer down No damn chains can hold me to the ground Life's for my own, to live my own way Life's for my own, to live my own way.

FUGA-
Non sento dolore, ma la mia vita non è facile So di essere il migliore amico di me stesso A nessuno importa, ma sono molto più forte Lotterò sino alla fine Per fuggire dal mondo veramente falso Destino intatto Non riesco a farmi prendere dal circolo senza fine Il cerchio della stupidità Da solo per essere libero Tutt'uno con la mia mente, non riescono a capire Non ho bisogno di sentire le cose che dicono La vita è per me stesso da vivere a modo mio Violentate la mia mente e distruggete i miei sentimenti Non ditemi cosa fare Non mi importa adesso, perché sto dalla mia parte E vi posso vedere dentro Nutrite il mio cervello con i vostri cosiddetti standard Chi dice che non abbia ragione? Sfuggite ai vostri modi comuni Guardate attraverso la vostra vista annebbiata Vedete cercano di colpire duro Nessuna dannata catena può tenermi per terra La vita è per me stesso da vivere a modo mio.


LA VITA E' MIA. A MODO MIO

LA VOGLIA DI LIBERTA' DI OGNI METALLARO. I metallari sono gli individui che più di molti hanno voglia di libertà, realtà e onestà. Sin da piccoli soffrono terribilmente le ingiustizie e le imposizioni. Ci sono vari tipi di imposizioni, e spesso quelle dei genitori, per qualsiasi ragione, sono quelle più roventi. La scelta della scuola o la pretesa a pensare allo stesso modo loro, gli orari delle serate fuori e lo stesso uscire troppo: ogni cosa può essere oggetto di sospetti e diktat da parte dei genitori, e i giovani metallari covano dentro sentimenti contrastanti. Sognano la libertà, si sentono dei ribelli ma poi devono fermarsi di fronte a delle leggi nate nella loro stessa casa e per motivi discutibili. I genitori saranno anche in pensiero per i propri figli ma, per dirla alla Metallica, 'La vita è mia da vivere a modo mio'. A scuola, poi, i 'ribelli' si vedono inquadrati in un sistema claustrofobico. I professori non capiscono, spesso, di avere a che fare con dei giovani che hanno soprattutto voglia di vivere e divertirsi. La dittatura culturale può essere terribile: costringere a studiare chi non è fatto per studiare non è solo controproducente, è atroce. Per quello che serve, poi, studiare: nel mondo del lavoro spesso non serve a nulla quello che la scuola insegna, per lo meno quella italiana. Mondo del lavoro che, ovviamente, presenta presto i suoi punti negativi: dirigenti che guadagnano troppo e fanno poco, certo, ma anche un peso psicologico inquietante: si lavora per i soldi, ma al lavoro 'buttiamo' miliardi di ore della nostra vita. Tutti i soldi che guadagnamo valgono i milioni di giorni dedicati a persone e cose di cui non ci interessa minimamente? In ufficio o in fabbrica che sia, ripetere centinaia di volte la stessa routine pensando a cosa si ha voglia di fare nel (poco) tempo libero è molto pesante. Vedi il tuo tempo che scorre -lento, ma scorre- mentre fai cose che non ti interessano, mentre la tua vita -che naturalmente è quella relegata al (poco) tempo libero- è un corri corri che passa troppo veloce. Il destino o, per chi ci crede, qualche Entità Superiore, poi, tendono delle fatalità odiosissime che possiamo catalogare come 'legge di Murphy', ma che a mio parere è qualcosa di più grosso. Un esempio per tutti potrebbe essere, ad esempio, una settimana con 5 giorni di sole e un weekend di pioggia: non si aspetta altro che il sabato, ed ecco che puntuale viene rovinato tutto. Tutte queste ingiustizie, e molte (troppe) altre, costringono l'individuo a covare in sé una rabbia immane, che sfoga con l'indurimento del carattere e la chiusura glaciale davanti a molte situazioni della vita di tutti i giorni. Una delusione amorosa? Si fottano tutte le ragazze, non ho più bisogno di loro. I colleghi sono dei deficienti? Si fottan pure loro, la mia vita è fuori e non mi importa cosa pensino di me. Anche gli amici a volte ti deludono? Non farti problemi, sii forte e lascia scorrere tutto. L'heavy metal non ti tradisce mai, e se quegli amici lo sono davvero saranno loro stessi a tornare da te. Sii importante per te stesso, sentiti forte. E quando hai bisogno di qualcuno davvero al tuo fianco, accendi lo stereo e scavezza il tuo collo. Non scordarti mai, però, delle persone: per quanto qualcosa ti faccia arrabbiare o star male, il patrimonio umano di tutti gli individui incontrati nella propria esistenza è importante e non va mai tralasciato. C'è chi viene emarginato e chi si emargina da solo, chi cerca solo amici metallari e chi va d'accordo anche con gente normale, a patto che sia in gamba e semplice, alla mano, onesto. Nelle persone regna la falsità: tutti sorridono davanti e poi sparlano alle spalle. Le persone 'vere' non sono molte e si riconosono subito: dalla loro umiltà, dal loro animo 'rock'. Indipendentemente dai loro gusti musicali. A chi vuole farti pensare come lui, vivere come lui, vestire come lui, rispondi solo una cosa: 'Life's for my own, to live my own way '. Andare in giro con i jeans squartati, le borchie e le magliette dai disegni sconvolgenti è il grido di ribellione: io sono così, guardami società borghese e di plastica. Non ti vado bene? Non mi interessa, io sono così.