KILL'EM ALL

KILL'EM ALL (1983). Kill'em all è l'album storico che segna il debutto in studio dei Metallica, nel 1983. E' ritenuto all'unanimità un lavoro fondamentale nella storia dell'heavy metal, in quanto ha portato all'indurimento del suono e alla ramificazione in sottogeneri. Kill'Em All è infatti la scintilla dalla quale nasce il thrash, primo passo verso l'estremizzazione della musica metal. L'album è ricco di canzoni che entrano nella galleria dei più grandi successi del genere thrash, composte per il 50% dai fondatori James Hetfield e Lars Ulrich. Nella composizione ci furono le influenze del chitarrista Dave Mustaine, che però lasciò presto la band: la registrazione dell'album avvenne a New York, con i 'nuovi' Cliff Burton e Kirk Hammett. Inizialmente doveva chiamarsi 'Metal Up Your Ass', ma Cliff dopo il rifiuto dei produttori trovò involontariamente il nome dell'album, pronunciando la fatidica frase 'Fuck them, kill them all'. Il disco è caratterizzato da riff sanguinosi e assassini, sparati a folle velocità su un sottofondo di batteria rullante che dà energia e cattiveria ai pezzi. Whiplash, Seek & Destroy e Metal Militia sono dei veri inni di appartenenza per intere generazioni che hanno fatto dell'heavy metal la propria bandiera. E Kill'Em All resterà l'abc fondamentale e imprescindibile per ogni buon metallaro con lo smanicato sdrucito e pieno di toppe!

METALLICA [1983], THRASH METAL. Uccidili tutti, il monito è chiaro. E il risultato è altrettanto sanguinoso, una feroce mitragliata che scuote tutto l'heavy metal e proviene direttamente dal cuore di un ragazzino americano, James Alan Hetfield. La rabbia accumulata contro una società che denigra lui e i ragazzi come lui, appassionati di rock e fuori dagli schemi di chi si inquadra in un'esistenza borghese e plastificata nel perbenismo, unitamente al rancore verso dei genitori che vogliono crescerlo a pane e 'christian science', portano James a imbracciare chitarra e microfono. Per gridare al mondo la sua ira. Non importa che il batterista della sua band, Lars Ulrich, conosciuto tramite un annuncio, sia un disastro e disponga di una batteria ridicola, con l'unico piatto che cade in continuazione; non importa che il bassista Ron Mc Gouvney, sia alle prime armi con lo strumento ma decide di abbandonare in seguito aggli scherzi idioti del chitarrista Dave Mustaine, un fenomeno con l'unico difetto di essere un attaccabrighe egocentrico strafatto di droga e alcool. Il primissimo passo è la registrazione, davvero amatoriale, di una canzone che Hetfield aveva scritto nei Leather Charm per la compilation 'Metal Massacre': 'Hit The Lights'. James e Lars sostituiscono Ron col prodigioso Cliff Burton dei Trauma, e Mustaine con Kirk Hammett. Il quartetto è finalmente pronto e nel 1983 dà alle stampe il leggendario Kill'Em All. Più veloce, più grande, più eccitante di tutto quello che l'heavy metal era stato fino a quel momento. Alla tecnica intricata delle chitarre, tipica di Judas Priest e Iron Maiden, gli sbarbati Metallica aggiungono la cattiveria e l'attitudine punk dei Motorhead, oltre alla velocità che i Venom avevano sperimentato nel loro 'Black Metal'. Si dice sia la prima scintilla di thrash metal, in realtà il merito è quello di aver creato il primo album di thrash metal capace di uscire dall'underground: Kill'Em All con la sua foga allucinante, la sua cattiveria godibile e mai priva di una melodia cristallina travolgente, sbatte sul muso di migliaia di ragazzini qualcosa di nuovo e sorprendente che seppellisce ogni forma di rock heavy e apre l'estremizzazione del genere. La sassaiola è aperta dalla storica 'Hit The Lights', travolgente e rapidissima esaltazione della follia metallica con un assolo fantastico. 'The Four Horsemen' è l'antemico cavallo di battaglia che diventa il soprannome dei 4 ragazzi: furia e velocità, cambi di tempo, atmosfere varie per quella che è poi il riarrangiamento dell'originale The Mechanix scritta con Mustaine e va a incarnare il primo esempio del sound articolato e complesso che i Metallica abbracceranno già dal secondo disco. 'Motorbreath', dedicata ai Motorhead, è un rovente distillato di thrash metal nella sua essenza più pura: poco più di tre minuti di rabbia e velocità, subito incalzati dal riff ubriacante di 'Jump In The Fire' e dal capolavoro di Burton, la semistrumentale (di basso) 'Anesthesia (Pulling Teeth)'. 'Whiplash' è uno dei pezzi più veloci e amati, aperto da una strepitosa scarica energetica di riff corrosivi capaci di sciogliere il cranio a chiunque. E' un'altra lode alla pazzia che l'heavy metal scatena nei suoi adepti, che corrono al concerto con una voglia irresistibile di godere con la propria musica. 'Noi non ci fermeremo mai, perchè siamo i Metallica' canta James: previsone azzeccatissima. 'Phantom Lord' e 'No Remorse' spesso vengono sottovalutate, ma sono altre due killer track che spaccano il culo a dir poco: come in tutto l'album, i riff troncati impazzano a velocità incontrollata, la batteria pesta pur senza strafare ma con un'attitudine intuitiva pazzesca; il basso lineare e le urla nervose del giovanissimo Hetfield danno al disco quell'atmosfera grezza e diretta, idea confermata anche dai testi molto elementari. Alla traccia numero 9 arriva il riff epocale e solenne, marziale di 'Seek & Destroy'. La linea melodica è semplice ma dotata di una forza d'urto impressionante, sorretta da un riff essenziale dove la capacità al Basso di Burton contribuisce non poco a fornire più sostanza al riff. Le chitarre di Hetfield e Hammett sono, come sempre, in primissimo piano, e il pogo si scatena con una naturalezza straordinaria. 'Metal Militia' è una vera e propria mazzata di trash metal grezzo e minimale. Il brano è senza tanti fronzoli e per tutta la sua durata spacca e alla grande; una vera tempesta metallica dotata di un impatto sonoro straordinario. Di sicuro è una delle tracce più lanciate in assoluto e una delle più belle di questo album di debutto. Il testo, infine, trasuda metallo ad ogni parola fino alla parte finale, dove si sentono incombere i miliziani del metallo in marcia e con le pistole pronte a far fuoco: da pelle d'oca, scatena tutto l'orgoglio di appartenenza alla milizia. Conclude in maniera superlativa, distruttiva, apocalittica un disco memorabile che il tempo non scalfisce ma carica sempre più di un'aurea leggendaria che pochi altri possono vantare.
TRACKLIST: HIT THE LIGHT (colpisci le luci): è la prima canzone composta dalla band, per la compilation Metal Massacre. Presenta ritmi forsennati e velocissimi assoli di chitarra. THE FOUR HORSEMEN: (i 4 cavalieri) canzone autocelebrativa ispirata dal passo biblico dei 4 cavalieri dell'Apocalisse, che scendono dal cielo per annunciare la fine del mondo. Quello dei 4 cavalieri diventa il soprannome dei 'tallica. La traccia è la più strutturata del platter, presenta svariati cambi di tempo, accelerazioni thrasheggianti e un ritornello esaltante. Il brano è in realtà la riedizione di 'the mechanix': all'originale, la cui maggior parte dei diritti spetta a Mustaine (passato dai Metallica ai Megadeth), James & co. cambiano i ritmi, il testo e aggiungono una parte melodica nel mezzo. MOTORBREATH: (respiro del motore) è dedicata ai Motorhead, il gruppo ispiratore dei 'tallica. JUMP IN THE FIRE: (Salta nel fuoco) parla di un demone che si diverte nel vedere il declino dei morti che cadono all'inferno, e invita le anime a saltare nel fuoco: 'come on, jump in the fire!'. ANESTHESIA (PULLING TEETH) (anestesia/ stringi i denti): Caraterizzata da un gran assolo di basso, è un brano solo strumentale, scritto da Cliff Burton. WHIPLASH: (frustata) per 'Whiplash' si intende l'headbanging, cioè il movimento della testa tipico dei metalheads. il brano parla di cosa prova un metallaro mentre si esibisce assalito dall'adrenalina. La canzone è una violentissima scorribanda a briglie sciolte, uno dei primi manifesti del tipico sound Metallica, cavallo di battaglia amatissimo dai fans della prima ora. PHANTOM LORD: (il signore dei fantasmi) parla delle anime dei caduti in battaglia, soggiogate del signore dei fantasmi. La voce di James sembra un sussulto che eccheggia sinistro da lontano, dando un frenetico ritmo al pezzo. NO REMORSE: (nessun rimorso) è una delle prime canzoni a più registri ritmici della band, introdotta da un assolo vertiginoso e composta dalle solite arroventati accelerazione tipiche della Bay Area dei primi anni 80. SEEK E DESTROY: (cerca e distruggi) Il suo riff iniziale è leggendario, e ancora oggi resta un'icona della musica rock di ogni tempo. La canzone parla dei conflitti tra gang cittadine dell'underground metropoltano, ed è presto diventata una delle più amate dai fans, non solo dei Metallica. Da anni è il pezzo che conclude i concerti dei quattro di Frisco, a testimonianza del suo enorme valore simbolico. METAL MILITIA (esercito del metal): parla del rabbioso senso di appartenenza alla musica metal. E' un vero inno all'heavy metal, 'Siamo un'unica cosa dato che siamo tutti uguali Lottiamo per una causa Di cuoio e metallo sono le nostre uniformi Proteggono quello che siamo Ci raduniamo per sfidare il mondo Con il nostro heavy metal'.

METALLICA

METALLICA- Ci sono band che vanno al di là della storia e ben oltre la leggenda. Sicuramente i Metallica sono tra queste, grazie ad una storia immensa imperniata su una serie di album imprescindibili, oltre che un rendimento live stellare e costante. I Metallica sono gli artefici della rivoluzione, coloro che dinnanzi al fenomeno del metal da hit parade hanno forgiato nell'ira il thrash di 'Kill'Em All'. Precursori e artefici di uno stile grezzo, velocissimo e minimale, i Metallica sono stati tra i capiscuola di una serie di band incredibili, accomunate dalla provenienza geografica (la Bay Area di San Francisco) e dalla stessa foga isterica nel proporre un heavy metal molto più estremo di quanto non fosse stato fino a quel momento. Non solo: dopo aver di fatto generato il thrash, i Quattro Cavalieri lo hanno rimodellato, perfezionato ed elaborato, fino al culmine di un album praticamente perfetto come il cattedratico 'Master Of Puppets' (1986), e basta il nome a far tremare i polsi. James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammett, Cliff Burton: i nomi dei rivoluzionari sono evidenti. Quattro album enormi per fare la storia del metal più duro targato Eighties, uno per smontare in un colpo il muro creato tra il metal e la società: l'omonimo 'Metallica' è la carta per dimostrare di poterlo portare nelle case di tutti, l'acciaio, a costo di rinnegare il moto rivoluzionario che ha fatto scoccare la scintilla originaria. Formatisi nel 1981 a Los Angeles, in California, i Metallica sono nati dalla conoscenza tra James Hetfield (il cantante) e Lars Ulrich tramite un annuncio su una rivista. Lars propose inizialmente il nome "Metal Mania" ma su consiglio di un agente di spettacolo fu scelto il moniker "Metallica". Dopo le prime sessioni nel garage di Ulrich, nel 1982 i nostri registrarono "Hit the lights" per la compilation Metal Massacre; ma era un periodo in cui vari componenti si affiancarono a James e Lars. Al basso la band ottenne l'ok del fenomenale headbangers dei Trauma, Cliff Burton, a patto di stabilirsi a San Francisco, lontano dalla scena glam troppo commerciale di Los Angeles; alla chitarra si dimostrò abile Dave Mustaine, che però lasciò per dissidi col gruppo e divenne frontman dei rivalissimi Megadeth. Fu sostituito dal giovane Kirk Hammett.
KILL'EM ALL, CHE DEBUTTO! Nel 1983 finalmente i Metallica pubblicano il loro primo album, Kill'em all, uno dei più importanti lavori del genere, caratterizzato da un thrash metal grezzo, minimale, furioso e iper veloce. Il disco si apre con Hit The Lights, prima canzone scritta dalla band. Segue 'The Four Horsemen', il brano più intricato e ricco di cambi di tempo. Diventa un vero e proprio cavallo di battaglia e si rifà al passo biblico dei 4 cavalieri dell'apocalisse, riletto in chiave autocelebrativa. Spicca nella tracklist anche la killer track WhipLash, velocissima e suonata con una precisione chirurgica da James alla chitarra ritmica. Nel complesso i testi erano quasi tutti molto semplici e 'infantili', ma diretti e tremendamente efficaci. Il pezzo che resta più impresso è 'Seek & Destroy', col suo riff al vetriolo e il ritornello che diventa un inno per generazioni intere di metallari incazzati. Dal punto di vista lirico, la devastante 'Metal Militia' è un vero credo nel Verbo dell'heavy metal, una dichiarazione sfrontata di militanza in uno stile di vita vero, appassionato e fiero. Hetfield canta con aggressività tra i fulminanti assoli di kirk, che consentono di vendere 5 milioni di copie. Tutti i pezzi sono elettrizzanti e sanguigni: 'Jump In The Fire', 'Motorbreath', 'No Remorse', 'Phantom Lord'.

RIDE THE LIGHTNING, L'ESPLOSIONE.
appena un anno dopo, i Metallica pubblicano "Ride the lightning". Al fianco della velocità incontrollata e aggressiva tipica della band compaiono ritmi più vari e versatili, composizioni più curate e strutturate in cambi di tempo, melodia differenziate e tecnica superiore. L'opener 'Fight Fire With Fire' è il pezzo che ricollega l'album a Kill'Em All: grezza, velocissima, thrash in tutto e per tutto. Parla di come gli uomini si porteranno all'autodistruzione continuando a farsi la guerra tra loro. La title track, aperta da un riff marziale, è il terrificante flusso di coscienza di un condannato alla sedia elettrica; 'For Whom The Bell Tolls' è un brano lento e cadenzato, scandito dai rintocchi di campana e ispirato al romanzo sulla guerra di Ernest Hemingway: diventa un classico, sempre presente in sede live. La prima 'ballad' del thrash metal è 'Fade To Black', che parla di un uomo che ha perso la voglia di vivere: dolce e tristissima, si apre in un finale più roccioso. Vere perle del disco sono la lunga strumentale 'The Call Of Ktulu' (ispirata ai romanzi horror fantasy di Philippe Lovercraft) e la leggendaria 'Creeping Death', un brano complesso ed elaborato davvero da capogiro. Esso si ispira all'episodio biblico delle piaghe d'Egitto ed è un altro grande classico della band. RTL vendette 8 milioni di copie. I quattro cavalieri mandavano regolarmente in delirio i fan con le loro grandi performances on stage, il loro look capelloni e catene, la loro enorme carica energetica e il loro stile sincero, diretto, semplice.
MASTER OF PUPPETS, L'APOTEOSI.Il 1986 fu l'apice della carriera dei ragazzi californiani, capaci di graffiare la scena metal col più grande capolavoro mai realizzato nel genere. "Master of puppets" è infatti un enorme ed ulteriore passo avanti nella carriera del quartetto, ancora più massiccio e articolato, vario e ricco di potenza, velocità, aggressività. Stupendo l'assolo che si incastra nel mezzo della title track, componimento impressionante che è spesso ritenuto la canzone metal per eccellenza. Essa parla della società che utilizza i suoi consociati come burattini e, parallelamente, della dipendenza da sostanze stupefacenti: un dramma che colpisce molti giovani. Il disco, a detta degli stessi musicisti, è stato realizzato attraverso un processo di cura maniacale e attenzione estrema del dettaglio. Le tracce leggendarie sono tantissime, praticamente tutte. In 'Battery' brilla l'abilità di Lars alla batteria; 'The Thing That Should Not Be' sembra essere ispirata ancora da Lovercraft ed è un macigno lento e pachidermico pesantissimo. La ballad "Welcome Home (Sanitarium)" racconta le sofferenze di un ospite di un ospedale psichiatrico e i suoi sogni di fuga dal mondo che lo circonda. Essa parte lenta e accelera con un ritmo incalzante. In 'Disposable Heroes' si analizzano le contaddizioni di un campo di battaglia, cercando di rendere l'idea della guerra con repentini cambi di velocità, che rendono la canzone una corsa rapidissima ed elettrizzante. La strumentale 'Orion' è capolavoro del bassista Cliff Burton, ed è un brano lungo e articolato. Damage Inc', violentissima, parla di violenza e distruzione ed è un brano tipicamente thrash. 'Leper Messiah' invece attacca i predicatori religiosi americani e le loro tradizioni domenicali che appaiono tanto false ai Nostri. All'apice della loro carriera, i Metallica girano il mondo in una serie di date infinita, nelle quali si rendono attori di spettacoli incredibili osannati dal popolo di metallo, letteralmente rapito dai suoi Cavalieri. Purtroppo, però, ogni cosa bella è destinata inesorabilmente a finire. E per i Metallica qualcosa finisce molto, molto male. Un destino bastardo toglie al mondo il sorriso e l'headbanging di Cliff Burton, che muore in un incidene del pullman della band, durante il tour in Scandinavia. Qualche mese dopo, viene ingaggiato Jason Newsted per sostituirlo.
...AND JUSTICE FOR ALL", SEMPRE PIU' SUCCESSO. La band non si ferma, riprende in mano i primi progetti iniziati con Cliff e, dopo un normale periodo di crisi esistenziale, si rimette in studio. Dopo un album di cover, "Garage day re-revisited", nel 1988 i Metallica pubblicano '..And Justice For All', il loro lavoro più tecnico. Il disco è molto potente e presenta una prestazione altissima di Ulrich alla batteria, nonchè del solito ottimo Hetfield nel doppio ruolo di vocalist e chitarra ritmica. Tutto è studiato a tavolino, potenza e velocità sposano la tecnica e la precisione chirurgica in ogni singola nota. La title track parla della corruzione della giustizia del sistema, parte con un arpeggio prima del consueto scatenamento di potenza tipico dei Metallica. 'To live is to die', grandiosa strumentale, è dedicata al compianto Cliff Burton. 'One' diventa presto un altro capolavoro storico della band: è una struggente ballata che parla della disperazione di un uomo che dopo la guerra è costretto a vivere attaccato a complessi macchinari. 'One' fu anche il primo video della band. I brani erano lunghi e complessi, per questo la band negli anni '90 smise di suonarli per intero ai propri concerti. I pezzi più veloci e aggressivi, in linea col thrash degli esordi, sono 'Blackened' e 'Dyers Eve', ische parla delle imposizioni dei genitori che hanno turbato l'infanzia del piccolo Hetfield. L'album è potentissimo, e si distingue anche per la presenza di tracce come 'Harvester Of Sorrow', lenta e ossessionante, 'The Frayend End Of Sanity' e 'Eye Of The Beholder'.
METALLICA, SUCCESSO PLANETARIO. Il 1991 è l'anno in cui i Metallica sconfinano ogni oltre immaginazione. L'album omonimo, ribattezzato "Black album" per via della copertina completamente nera, è quello di maggior successo planetario della band, capace di vendere oltre 23 milioni di copie. Ciò è dovuto ad un parziale abbandono delle sonorità thrash più cruente a favore di un heavy metal più fresco ed elementare, aspetto che colpì in negativo i fan più datati. L'album si apre col riff celebre di 'Enter Sandman' e continua con 'Sad but true': essa si basa più sulla pesantezza che sulla velocità e parla dell'egoismo dell'animo umano, della sua visione chiusa della realtà. La ballad 'The Unforgiven" (lo spietato) parte con melodie solenni e tristi, e parla del significato della vita e di certi limiti che chiudono le possibilità dell'esistenza. 'Wherever I may roam' si apre con una melodia orientale successivamente ripresa in chiave metal, e parla di uno spirito libero che vagabonda senza meta. I ritmi cadenzati diventano rapidi nel ritornello; 'Trough the never' parla invece di un viaggio cosmico che rispecchia un percorso introspettivo, partendo in velocità e rallentando via via. Se negli album precedenti i Metallica affrontavano temi di interesse generale, in questo James espone tematiche personali. Come nella celebre ballata 'Nothing else matters', prima canzone d'amore dei Metallica. Nelle altre canzoni vengono nuovamente affrontati temi come il tormento interiore o la discussione religiosa, mentre in 'Of wolf and man' si racconta della bestialità insita in fondo ad ogni essere umano. Grazie al Black Album, il successo consacrò definitivamente i Metallica nell'olimpo della musica rock.
LOAD E RELOAD, IL DECLINO. Tuttavia i Metallica stavano per cambiare. Un nuovo look (jeans, capelli corti) e soprattutto il nuovo sound con cui nel 1996 consegnano 'Load' ai fan esterrefatti segnano l'inizio di un decennio sottotono. I brani, ancora introspettivi, segnano un discostamento dalle vecchie care sonorità thrash, ripiegando piuttosto su un hard rock classico con giri di chitarra vicini al blues. Le canzoni principali sono 'Ain't my bitch', 'Until it sleeps', 'Mama said' ed 'Hero of the day'. Come non bastasse, un anno dopo la band pubblica 'Re-load' con gli scarti del lavoro precedente: 'Fuel' e 'The Unforgiven II' (più commerciale della prima) sono buone tracce, ma non certo all'altezza dei vecchi Metallica!
ST. ANGER, NUOVA POTENZA. A fine millennio, la band decide di lanciarsi in un paio di nuove avventure. Nel 1998 registra GARAGE INC., un disco di cover che ripesca alcune registrazioni del 1987 completate da nuovi pezzi che rendono omaggio a quelle formazioni storiche che hanno contribuito a forgiare il background dei Four Horsemen. Nel 1999 registrano un live con l'orchestra sinfonica di San Francisco, invitati direttamente dal direttore Michael Kamen: vengono rianrrangiati pezzi classici e nuove song in versione orchestrale, e il risultato è maestoso. L'avvento del 2000 porta però nuove grane, perchè Hetfield entra in clinica per combattere l'alcoolismo nel quale era piombato nella seconda metà dei Nineties. Inoltre Jason Newsted lascia la band per dissidi mai chiariti, e i Metallica sfiroano la fine. James esce vittorioso dalla clinica, e dopo qualche anno di pericoloso sbandamento i Metallica pubblicano nel 2003 ST.ANGER. Al basso arriva Robert Trujillo, che però non è presente al momento delle registrazioni effettuate col produttore Bob Rock al basso. Il cd, trainato dalle massicce "Frantic", "St.Anger" e "The unammed feeling" vorrebbe dar l'idea di un lavoro grunge, registrato in garage. E' un lavoro apprezzabile, certo, ma non l'atteso ritorno al sound originario. Almeno segna una riscoperta delle sonorità massicce, aggressive, non più semplicemente rock. Però il lato qualitativo non è dei migliori. Assoli di chitarra pressocchè inesistenti, batteria rude, testi scontati e troppo ripetitivi sono i difetti più evidenti del platter.

LA RINASCITA DEGLI EROI. I fan cercano disperatamente i loro vecchi eroi, che ritrovano puntualmente nei concerti: almeno lì i 'tallica ci deliziano sempre con i vecchi pezzi sacri!! Il nuovo "Death Magnetic", dell'autunno 2008, ha segnato il tanto atteso ritorno al sound delle origini, thrash purissimo con perle del calibro di 'All Nightmare Long', 'My Apocalypse' e altre. Il 4 aprile 2009 la band è entrata nella Rock And Roll Hall Of Fame. Per l'occasione, Hetfield e compagni hanno suonato 'Enter Sandman' e 'Master Of Puppets' assieme all'ex bassista Jason Newsted, oltre che a Trujillo. Perchè le leggende non muoiono mai!