ST. ANGER
ST. ANGER (2003). Dopo S&M, i Metallica sembrano sparire. James si concentra in attività per uscire dai problemi di alcool, i ragazzi mettono su famiglia e smentiscono le continue voci di scioglimento. Nel 1998 pubblicano garage Inc., un ottimo cd di cover rock. Nel 1999 è la volta di S&M, un sontuoso doppio album in cui è registrato il concerto tenuto con l'orchestra sinfonica di San Francisco: un greatest hits suonato con archi, violini ed epiche cavalcate. Nel 2001, col singolo "I disappear" (colonna sonora di Mission Impossible), Jason Newstead abbandona la band per dissidi interni. I 4 cavalieri tornano nel 2003, col produttore Bob Rock provvisoriamente al basso nell'attesa dell'arrivo di Robert Trujillo, e pubblicano St. Anger. L'album fa scalpore per un ritorno a sonorità durissime, molto più cattivo rispetto a load e Reload: non è del tutto il vecchio thrash metal, ma piuttosto ha qualcosa di grunge e nu metal; la qualità della musica sembra subordinata alla massiccia pesantezza del casino creato dagli strumenti. Gli stessi Metallica hanno dichiarato di voler dare l'idea di un album registrato in un garage. Nessuna traccia lenta, nessun assolo, solo batteria incessante e sonorità ferrose. Sembra una ferramenta. I fan non ne sono troppo entusiasti. I colpi rudi di batteria, i vocalizzi urlanti e la mancanza di assoli di chitarra hanno però alla prova molti ascoltatori, accortisi di alcuni cambiamenti stilistici.

FRANTIC. Parla dei vecchi problemi della band con l'alcool. "E' dedicata alla vita", ha detto James. Nel testo sono presenti assiomi zen. Come dice il titolo (frenetico) la canzone segue un ritmo incessante, velocissimo, un trambusto quasi incontenibile, duro, rude, violentissimo. Un casino che dà una carica pazzesca. ST. ANGER (santa rabbia). Parla della difficoltà nel controllare la rabbia e trasformarla in energia interiore. Uno spezzone si rifà in parte ad un verso del vecchio capolavoro Damage inc. Il video è girato nel carcere californiano di san Quintino, davanti ai detenuti in delirio. La canzone si inasprisce presto e,a parti più tristi e lente seguono frazioni di vero e proprio delirio ferroso. Predomina l'assordante pesantezza batteristica. SOME KIND OF MONSTER. Sembra riferirsi al rapporto di James con il produttore Bob Rock, che "sembrava sentirsi un mostro, una specie di Frankestein". Avvio con assonanze quasi vicine al nu metal, con parti cantate molto ripetute nella ritmica. DIRTY WINDOW (finestra sporca). Parte con violente percussioni di batteria, presto incalzate da un cupo rifferama chitarristico. Il cantato è veloce e scorre su un frastuono batteristico che rallenta appena prima del ritornello. Parla di un americano medio che giudica il mondo con superiorità. INVISIBILE KID. Ai soliti frastuoni creati con rabbia da Lars, James si addentra in un cantato più orecchiabile che diventa presto più trascinante e aggressivo. Ad un certo punto il testo assume un andamento cantilenante delle parti cantate sul solito implacabile frastuono batteristico e (in parte minore) chitarristico; James ne esce con un crescendo di aggessività fino a tornare alla fase che va dall'orecchiabile fino al ritornello trascinante. MY WORLD. Song un pò ripetitiva nel cantato, forse troppo statica nella sua ritmica. SHOOT ME AGAIN. Lente distorsioni chitarristiche introducono un violento assolo batteristico al termine del quale James avvia un sinistro cantato lento e cantilenato con alcune pause improvvise, all'avvicinarsi delle quali si infuoca la potenza musicale; a queste seguono aggressivi intermedi chitarro-batteristici. il ritornello (la ripetizione forsennata del titolo della song) è un crescendo di energia e frastuono molto ben riuscito. Nelle successive parti cantilenate, l'infervorarsi delle parti suonate è rafforzato dalla voce violenta di James. SWEET AMBER. Inizio dolce di chitarra acustica, presto spazzato via da un bel riff di chitarra elettrica. La potente batteria incorre subito su un velocissimo rifferama che ricorda lontane innfluenze thrash. Il cantato è molto orecchiabile e lineare con la musica; al ritornello , rallenta e si indurisce, prima di lasciar spazio ad una parte meno bella, in cui James canta con toni molto aspri e a velocità ridotta. indi, la ripartenza veloce. THE UNNAMED FEELING. La canzone parla di un "sentimento senza nome" che avverte una persona, quando subisce un torto e perde le staffe. Il video mostra il gruppo in una stanza apparentemente vuota, che si chiude gradualmente nel corso della canzone. Nello stesso tempo si susseguono sequenze di una storia visuale, su di un uomo che prova il sentimento del titolo. La canzone parte con urla inquietanti quasi in grawl (fatto insolito per i Metallica) e prosegue con un cupo ma orecchiabile cantato; questi si fa prima isterico e disperato e, successivamente, sposa il ritornello con una dolcissima parte lenta che però cresce fino a che non torna molto aggressivo, compresi gli urlacci iniziali. PURIFY. Introduzione ovviamente in gran stile, col solito incalzare potente di batteria. Song vicina alle suddette influenze nu metal-rapcore (bestemmia?). ALL WITHIN MY HANDS. incessante e lunga intro batteristica, parti cantate inizialmente dolci, lente e melodiche che diventano più veloci e violente introdotte da un strumento strano, orientaleggiante.

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