NO REMORSE

NESSUN RIMORSO NELL'AMERICA MILITARISTA. No Remorse, e senza nessun legame col motto dei nazisti sconfitti dopo le stragi della seconda guerra mondiale: la canzone è invece antimilitarista e si prende beffa di chi pretende la guerra solo per sadismo. Nell'America spaventata degli anni '80 torna il mito del conflitto come 'igiene del mondo'. Non c'è più l'ideologia hippy, l'eroe comune è il Rambo, 'duro' ripetutamente proposto da una cultura cinematografica che spinge in azione le bombe e i carrarmati. Nessuna pietà, per nessuno: al di là di ogni razionale sentimento e ideologia politica, pare eccessiva come veduta. Tutto ciò che è estremo e radicale è sbagliato e i Metallica lo sanno e lo cantano in questa canzone, premendo all'impazzata sull'acceleratore con dei riff convulsivi lancinanti. Se Kill'Em All è un capolavoro lo si deve ad una serie di killer track che non conoscono punti deboli: una più bella dell'altra, come in tutti i primi quattro lavori della band. E No Remorse non smentisce l'esplosività del combo californiano.

NO REMORSE. No mercy for what we're doing No thought to even what we have done We don't need to feel the sorrow No remorse for the helpless one War without end No remorse, no repent We don't care what it meant Another day, another death Another sorrow, another breath No remorse, no repent We don't care what it meant Another day, another death Another sorrow, another breath Blood feeds the war machine As it eats a way across the land We don't need to feel the sorrow No remorse is the one command War without end Only the strong survive No will to save the weaker race We are ready to kill all comers Like a loaded gun right at your face War without end Attack Bullets are flying People are dying With madness surrounding, all hell's breaking loose Soldiers are hounding Bodies are mounting Cannons are shouting to take their abuse With war machines going Blood starts to flowing No mercy given to anyone here The furious fighting Swords are like lighting It all becomes frightening, you know death is near No remorse

NESSUN RIMORSO. Nessuna pietà per quello che stiamo facendo Nessun pensiero di appianare quello che abbiamo fatto Non abbiamo bisogno di sentire il dolore Nessun rimorso per l'indifeso Guerra senza fine nessun rimorso, nessun pentimento non ci interessa cosa significa un altro giorno un'altra morte un altro dolore un altro respiro nessun rimorso, nessun pentimento non ci interessa cosa significa un altro giorno un'altra morte un altro dolore un altro respiro Il sangue nutre la macchina della guerra Mentre si fa strada per il paese Non abbiamo bisogno di sentire il dolore Nessun rimorso è l'unico comando Guerra senza fine Sopravvivono solo i forti Nessuno a salvare la razza più debole Siamo pronti ad uccidere chiunque venga Come una pistola carica dritto in faccia Guerra senza fine Attacco Volano i proiettili La gente sta morendo Con la pazzia tutt'intorno si sta scatenando l'inferno I soldati si sono dati all'inseguimento I corpi stanno salendo I cannoni stanno gridando per prendersi le loro ingiurie con le macchine della guerra in funzione Il sangue incomincia a scorrere Nessuna pietà per nessuno udite La lotta furiosa Le spade sono come saette Tutto vi incomincia a fare paura Sapete che la morte è vicina Nessun rimorso.

PIU' FORTE, PIU' VELOCE

STORIA DELLA CORRENTE THRASH METAL. L'HEAVY METAL, grazie ai Metallica, all'inizio degli anni '80 si irrobustisce e diventa ancor più veloce e feroce, isterizzato da corrosivi riff spezzati e rullate insistenti della batteria, preferibilmente con doppio pedale. E' il thrash metal, il nuovo corso che subito si oppone al glam in una battaglia decennale. I Metallica hanno preparato la trappola allo schieramento dei capelloni cotonati, e orde di nuovi adepti riscontrava ora il suo credo di vita nel thrash: da una partei thrashers, realisti e segnati in negativo dalle ingiustizie della società, agghindati di nero, catene, borchie varie, fieri e sicuri della propria idea; dall'altra i glamster, tutti colorati e truccati, allegri e svitati, tutti donne e macchinoni. Concentrati solo sul loro divertimento eccessivo. I thrashers li deridevano, classificandoli come poseurs.

I 4 PILASTRI. I Metallica scagliarono dunque la prima pietra, ma altri tre gruppi, quasi contemporanei, diedero manforte alla rsistenza del metallo più genuino. E tutti provenivano dalla California, precisamente dalla Bay Area. marchio di fabbrica del thrash più incredibile mai prodotto. Gli Slayer furono i più feroci. Essi si sono formati praticamente nello stesso periodo dei Metallica e anche il loro debutto Show No Mercy risale al 1983, l'anno di Kill'Em All. Gli Slayer abbandonarono presto il sound più vicino all'heavy classico, e già con Hell Awaits imbestialirono le loro sonosrità, incupendole con liriche forti, spesso accusate di estremismi variegati (nazismo, satanismo). Reign In Blood fu il loro capolavoro, un massacro metallico a velocità supersonica che lancia la band del cileno Araya nelle leggende. I riff di Kerry King e le rullate di Dave Lombardo hanno fatto il resto, consolidato da album come South Of Heaven, Season In The Abyss e Divine Intervention. A differenza di tutti gi altri gruppi thrash, gli Slayer non hanno mai modificato la propria musica; e anche quando tutti, a metà anni '90, addolcivano il loro sound per esperimenti commerciali, loro hanno continuato a fare musica estrema. E' proprio dal loro modo aggressivo e sfrenato di suonare che è nato il filone death metal. Solo con Diabolus in Musica hanno introdotto in parte qualche novità riconducibile al fenomeno nu metal, presto abbandonata. Gli ultimi due dischi (God Hate Us All e Christ Illusion) non sono stati al livello dei vecchi classici, ma gli Slayer restano una macchina da guerra devastante, specie in sede live. I Megadeth sono gli antagonisti dei Metallica. Cacciato da James Hetfield, l'irrequieto Dave Mustaine mette in piedi una figura del tutto simile ai Metallica, oggetto del suo odio più feroce e della sua ammirazione più morbosa. Per tutta la carriera i Megadeth tenteranno di emulare i Metallica, riproponendo lo stesso straordinario repertorio di thrash melodicizzato, completo di parti sanguinose e parti melodiche elettrizzanti. Già col debutto Killing Is My Business...And Business is Good i Megadeth seminano oro nel sentiero nascente del thrash. Coi successivi So Far So Good So What e, soprattutto, Peace Sells, i ragazzi di Mustaine si ritagliarono un posto indelebile tra le stelle assolute del rock, incoronazione sublimata nel 1988 da Rust In Peace. L'album, riff tritaossa e musiche travolgenti, supera addirittura i Metallica e il loro And Justice For All nelle vendite. Ciò diede enorme felicità a Mustaine. Raggiunto il top, i Megadeth semplificarono il loro sound con Countdown To Extintion (il loro Black Album), e si dedicarono a positive sperimentazioni più melodiche (Youthanasia, Cryptic Writings), fino a pubblicare nel 1999 un album di pop rock (Risk) anni luce distante dai bei tempi. Le lune del bizzoso Mustaine portarono più volte la band al rischio scioglimento, ma fortunatamente i Megadeth tornarono a sonorità metalliche (World Needs a Hero, System Has Failed), che soprattutto con l'ultimo United Abominations (2007) li ha rivisti risalire sulla breccia del tanto caro thrash targato Bay Area. Infine gli Anthrax, più scanzonati e ironici, sia nei testi che nel look (skatebord, cappellini da baseball). Tre i loro lavori fondamentali per il thrash: Fitsful Of Metal, Spreading The Disease e Among The Living. In seguito si distinsero per la collaborazione per una canzone con un rapper nero (dei Public Enemy) e una serie crescente di sperimentazioni e introduzioni di parti rappate dalle quali si è originato il fenomeno (contestatissimo dai tradizionalisti) del nu metal.

GLI ALTRI. Dalla Bay Area provenivano, immediatamente dopo i 4 pilastri, i Testament del pellerossa Chuck Billy. Nello stile di Metallica e Megadeth, i Testament hanno fatto storia con The Legacy e The New Order. Dopo un paio di album meno potenti ma sempre 100% heavy e uno (The Ritual) più commercialotto, i Testament sono tornati a pestare fisso passando al thrash death (Low e Demonic) prima di riabbracciare sonorità per loro più classiche (The Gatering). Sperato un tunore alla gola di Chuck Billy, i Testament sono tornati a mitragliare thrash puro dopo 8 anni di stop, con The Formation Of Damnation. Gli Exodus sono un'altra formazione fondamentale, col loro Bonded By Blood, partorito appena dopo il passaggio di Kirk Hammett ai Metallica. Il filone thrash americano annovera nelle sue fila frange estreme nelle quali spiccano Morbid Angel, Dark Angel, Possessed. In Europa il thrsh prese piede soprattutto in Germania, con i massicci Kreator e Sodom. In Italia, gli Extrema assunsero un rilievo notevole anche a livello internazionale. Un'altra band importante è quella degli Exiter. Dei veri campioni del thrash arrivavano però dal Brasile, grazie ai fratelli (di origine campana) Max e Iggor Cavalera: essi formarono i Sepultura, capaci di esprimere una ferocia brutale con una perizia particolare, il tutto corredato da ritmi tribali. Il meglio dei Seps è concentrato in Schizophrenia e Beneath The Remains. Bello anche l'esperimento Roots, pieno di atmosfere amazzoniche e indigene. Purtroppo i contrasti tra Iggor e la moglie manager di Max ha portato l'addio di quest'ultimo, nel 1996, e da allora i Seps non sono più stati la super band di prima. Alla fine degli anni '80, i canadesi Annihilator hanno portato una dose di freschezza e tecnica importante, ritagliandosi un ruolo altrettanto fondamentale con la creazione, praticamente, del techincal thrash metal. Fondamentali i primi due dischi di una lunga serie, Alice In Hell e Never, Neverland.

CRISI E NUOVA LINFA. Negli anni '90 il thrash visse un grave periodo di crisi, che lo portò quasi alla fine. Metallica e Megadeth intrapresero strade via via più commerciali, gli Anthrax si buttarono in sperimentazioni con miscugli hip hop, gli Annihilator rimbalzarono in decine di cambi di formazione che li portarono su un saliscendi di album apprezzabili e altri più melodici. Gli stessi Testament intrapresero sentieri prima heavy, poi più semplificati e infine addirittura death. Solo gli Slayer si sono mantenuti sempre fedeli, più o meno, al loro stile. Con la seconda metà degli anni 2000 il thrash si è riaffacciato fievolmente nel panorama metallico internazionale. Merito dei Trivium, giovani americani cresciuti a pane e Metallica. Dopo gli inizi metalcore, col terzo album The Crusade i Trivium hanno aperto il ritorno alle origini, seguito da una cosiddetta New Wave Of Thrash Metal. Oggi è diffusissima la 'moda' del rispolverare i vecchi stili di Metallica e compagnia rullante, forse spinta da qualche interesse commerciale di troppo ma comunque capace di sfornare nuove leve molto valide come Mantic Ritual, Abadden, Vektor, Pollution.

PHANTOM LORD

SIGNORE FANTASMA, MACCHINA DI METALLO. Una macchina bestiale che avanza nel nome del metallo e distrugge e giustizia ogni cosa trova sul suo cammino: è l'immaginario fanta horror che in Phantom Lord glorifica la figura mitologica di questa sorta di portatore del verbo dell'heavy metal. Quello che per i dischi dei Judas Priest è sempre stato normalità, dall'Hellion al Painkiller e via di questo passo. Il sound della canzone è il thrash potente di Kill'Em All, e il brano rischia di essere uno dei migliori del vinile; per qualche mistero del destino è abbastanza sottovalutato da critica e fans. 'Il suono vi assale le orecchie- Il suono assordante dei metallo si avvicina- I vostri corpi aspettano le sue frustate- Il gusto del cuoio sulle vostre labbra- Udite il grido di Guerra- Più forte di prima- Con la spada in mano- Per controllare la terra- Il metallo che annienta colpisce- In questa notte spaventosa- Inginocchiatevi- Per il Signore Fantasma'. Phantom Lord ribadisce la prevalenza degli eserciti di metallo su chi cerca di censurare, nascondere, offuscare la libertà e la voglia di vita. Ovviamente i censori si scatenarono, definendo una volta di più 'violento' l'heavy metal come messaggio saanico che può plagiare la gioventù scatenando le sue oppressioni più inconfessabili. Le solite cazzate, ma tanto 'il metallo che annienta colpisce'.

PHANTOM LORD. Sound is ripping through your ears The deafening sound of metal nears Your body's waiting for his whips The taste of leather on your lips Hear the cry of war Louder than before With his sword in hand To control the land Crushing metal strikes On this frightening night Fall onto your knees For the Phantom Lord Victims falling under chains You hear them crying dying pains Fist of terror's breaking through Now there's nothing you can do Hear the cry of war Louder than before With his sword in hand To control the land Crushing metal strikes On this frightening night Fall onto your knees For the Phantom Lord The leather armies have prevailed The Phantom Lord has never failed Smoke is lifting from the ground The rising volume metal sound Hear the cry of war Louder than before With his sword in hand To control the land Crushing metal strikes On this frightening night Fall onto your knees For the Phantom Lord Fall to your knees And bow to the Phantom Lord.
IL SIGNORE FANTASMA. Il suono vi assale le orecchie Il suono assordante dei metallo si avvicina I vostri corpi aspettano le sue frustate Il gusto del cuoio sulle vostre labbra Udite il grido di Guerra Più forte di prima Con la spada in mano Per controllare la terra Il metallo che annienta colpisce In questa notte spaventosa Inginocchiatevi Per il Signore Fantasma Le vittime cadono sotto le catene Li sentite piangere il dolore della morte I pugni del terrore irrompono Adesso non c'è niente che possiate fare Udite il grido di Guerra Più forte di prima- Con la spada in mano Per controllare la terra Il metallo che annienta colpisce In questa notte spaventosa Inginocchiatevi Per il Signore Fantasma Gli eserciti di cuoio hanno prevalso Il Signore Fantasma non ha mai fallito Si alza del fumo dal terreno Il volume in aumento del suono metal Udite il grido di Guerra Più forte di prima Con la spada in mano Per controllare la terra Il metallo che annienta colpisce In questa notte spaventosa- Inginocchiatevi Per il Signore Fantasma Inginocchiatevi Ed inchinatevi al Signore Fantasma.

COME I JUDAS PRIEST

I VENDICATORI DELL'HEAVY METAL. Nel linguaggio giovanile di Kill'Em All, i Metallica più volte sfoggiano il loro' orgoglio metal' e si lasciano andare in dichiarazioni di appartenenza alle 'milizi'. Già da Ride The Lightning la band abbandona queste liriche 'semplici' e si dedica a temi più com,plessi come la guerra, la sedia elettrica, il suicidio e via via, col pasare degli album, passa a temi sempre più delicati e liriche man mano più mature. Però Phantom Lord è una piccola chicca che fa riferimento ai 'giustizieri' del metallo tanto cari ai mitici Judas Priest. Il primo esempio significativo è Metal Gods (1980) in British Steel, che poi è diventato l'appellativo del grande cantante Rob Halford. Sul grandissimo'Screaming For Vegeance' c'è 'The Hellion', epico preludio ad una canzone immortale come 'Electric Eye', una delle migliori di tutta la Priestografia: 'Im made of metal- My circuits gleam- I am perpetual- I keep the country clean- Im elected electric spy- Im protected electric eye'. Il mito di queste macchine infernali si rinfresca con la leggendaria Painkiller (1990), title track di un album che potrebbe essere considerato il più calzante manifesto di heavy metal: 'Faster than a bullet, Terrifying scream, Enraged and full of anger Hes half man and half machine Rides the metal monster Breathing smoke and fire Closing in with vengeance soaring high He is the painkiller This is the painkiller!' Con il temporaneo addio di Halford i Judas Priest, thrasheggianti come mai, nel 1997 danno alle stampe Jugulator, altro titolo che riporta ad un giustiziere metallico; il ritorno dello storico singer coincide con l'album Angel Of Retribution.
GARAGE INC.

GARAGE INC. (1998). Nel 1998 i Metallica registrarono il doppio album di cover Garage Inc.. Il primo cd del disco conteneva degli inediti, ispirati da band come Misfits, Thin Lizzy, Mercyful Fate, Black Sabbath e perfino da Bob Seger (la sua cover Turn the Page, di discreto successo radiofonico) e Nick Cave. Il secondo raccoglieva invece tutte le canzoni di Garage Days Re-Revisited, le cover più recenti e b-side risalenti al 1984. Dal disco fu estratto anche il singolo Whiskey in the Jar, cover dei Thin Lizzy, vincitore di un Grammy come Best Hard Rock Performance nel 2000. Il disco è un pezzo interessante, perchè ci mostra dei Metallica allo stesso tempo inediti e old style: inediti perchè si cimentano in un rock-metal che profuma di anni '70/80, old style perchè gran parte di quelle cover erano quelle che James suonava a 15 anni, ancor prima di entrare nei Metalica. E che poi ha portato nei primi concerti dei giovanissimi Metallica, insomma un pezzodi storia e di loro cuore. Specialmente Sabra Cadabra, dei mitici Black Sabbath, o l'esaltante e passionale Whiskey In The Jar, dei loro amati Thin Lizzy. che dire poi degli ampi tributi ai loro amici Motorhead (ben 4 pezzi in onore del mitico Lemmy) o ai Mecryful Fate di King Diamond (un bel medley sul disco 1). Alcune di queste cover sono diventate dei classici immancabili della stessa band californiana (Am I Evil?, So What? e Last Caress), mntre è stato omaggiato perfino il grande Freddie Mercury con la velocissima Stone Cold Crazy dei suoi Queen. Isomma, sarà stato anche un periodo pieno di critiche per i Metallica reduci dai vari Load e Reload, però questo Garage Inc ha permesso loro di guadagnare altri punti in rispetto e considerazione. Un'altra opera da conservare gelosamente.

GARAGE INC. (1998). GENERE: hardrock, heavy metal. TRACKLIST CD1: Free Speech for the Dumb (Discharge), It's Electric (Diamond Head), Sabbra Cadabra (Black Sabbath), Turn the Page (Bob Seger), Die, Die My Darling (Misfits), Loverman (Nick Cave and the Bad Seeds), Mercyful Fate (Mercyful Fate), Astronomy (Blue Öyster Cult), Whiskey in the Jar (Thin Lizzy), Tuesday's Gone (Lynyrd Skynyrd), The More I See (Discharge); TRACKLIST CD2: Helpless (Diamond Head), The Small Hours"(Holocaust), The Wait (Killing Joke), Crash Course in Brain Surgery (Budgie), Last Caress/Green Hell (Misfits), Am I Evil? (Diamond Head), Blitzkrieg (Blitzkrieg), Breadfan (Budgie), The Prince (Diamond Head), Stone Cold Crazy (Queen), So What (Anti-Nowhere League), Killing Time (Sweet Savage), Overkill (Motörhead), Damage Case (Motörhead), Stone Dead Forever, Motörhead), Too Late Too Late (Motörhead.).
LIVE SHIT: BINGE & PURGE

LIVE SHIT (1994)
. Quante band ci sono, nella storia del rock e dell'heavy metal, capaci di resistere nei decenni al logorio del tempo grazie alle canzoni, alle innovazioni e alle storie che hanno contraddistinto gli anni migliori della loro epopea? Quante band possono vantarsi di sintetizzare la filosofia e l'essenza di un genere tanto vasto e longevo semplicemente scandendo il loro moniker? Poche, pochissime: Black Sabbath, Judas Priest, Iron Maiden. E Metallica, un ensemble leggendario che Live Shit: Binge & Purge fotografa all'apice della sua forma, fisica e artistica, che dopo aver egemonizzato il trono dell'hard'n'heavy ottantiano con dischi mastodontici quali Master Of puppets e Kill'Em All, si cimenta ora in una sfida ancor più ostica: portare la potenza nelle case di tutti, missione compiuta con l'esplosione patinata del Black Album, pietra della discordia tra fans vecchi e nuovi ma, innegabilmente, prodotto immortale per longevità e impatto socio-mediatico. Metallica aveva chiuso il cerchio del primo, strepitoso decennio dei Four Horsemen, ultimo di cinque dischi stellari; forti di un repertorio ormai sconfinato, i quattro di Frisco erano partiti per un tour ai quattro angoli del globo davvero estenuante, iniziato come 'Wherever We May Roam Tour' (138 date tra ottobre '91 e luglio '92) e terminato come 'Nowhere Else To Roam Tour' (77 date da gennaio a luglio 1993), dopo altre 26 esibizioni al fianco dei Guns'N'Roses tra luglio e ottobre 1992. Infaticabili ed insaziabili, James Hetfield e Lars Ulrich non persero tempo e, appena giunto il momento del meritato riposo, si misero a visionare quintali di videocassette e filmati assortiti di quell'enorme spedizione rockettara che aveva scatenato folle oceaniche, al fine di creare un documentario che tramandasse ai posteri la spettacolare magniloquenza di quella macchina da guerra che erano i Metallica all'apice del connubio tra l'ira scattante degli anni '80 e la teatrale immediatezza post Black Album, prima che arrivasse un Load qualsiasi a rovinare (in parte, col senno di poi) tutto. Live Shit fu subito oggetto di polemiche feroci, a causa dell'elevatissimo prezzo di vendita, dovuto alla presenza di parecchio materiale: 3 cd e 2 videocassette, oltre che toppe e gadget vari, il tutto confezionato in un'elegante cofanetto a forma di custodia. Il materiale audio viene registrato sotto il cielo di Città del Messico, nel 1993, e si apre con i brividi di The Ecstasy Of Gold, naturalmente, prima che Enter Sandman mandi letteralmente in delirio la folla: l'opener di quegli anni era uno dei pezzi forti di quella stetlist, praticamente vitale per molti novizi metalli-fans. Chi però dell'heavy metal conosce le vibrazioni più intense, non potrà che perdere letteralmente la testa quando le cose iniziano a farsi serie, ovvero quando il carico Hetfield 'chiama' Creeping Death come solo lui sa fare: il riff epocale, il ghigno del singer e via con il letale assalto biblico. Quando il ritornello viene cantato dal pubblico si tocca con mano l'eccitazione del momento: meraviglioso il solo di Hammett, con la sua melodia abrasiva, mentre Hetfield scalda a dovere il pubblico nella solenne parte rallentata: l'adrenalina lievita palpabile, i rintocchi di Ulrich scandiscono l'implacabile ripartenza, mentre al microfono si aggiunge il vocione di Newsted, per un risultato finale che vale il primo orgasmo di turno. Si rallenta un pò con Harvester Of Sorrow, macigno di autentica potenza, e Welcome Home (Sanitarium), semilento emozionante nel quale la voce di Hetfield si fa toccante e ruvida come la carezza di un gigante: da brividi, certamente, ma questi due pezzi avrebbero potuto trovare spazio a scaletta più inoltrata, dopo aver esploso qualche pezzo sanguinario in più. E invece i Nostri riatttaccano con Sad Burt True, fin troppo ordinata, per iniziare un viaggio a tutto Black Album. Si prosegue infatti con una roboante versione di Of Wolf And Man e gli accendini accesi nella malinconica The Unforgiven. Rispettato il contratto e le richieste dei fans modaioli, gli ex thrashers si cimentano in un medley di pezzi tratti da And Justice For All (Eye Of The Beholder, Blackened, <>Frayed End Of Sanity), disco la cui intricatezza portò l'accantonamento temporaneo delle riproposizioni live integrali in quel periodo. Il primo disco si conclude con una sfida di assoli, di basso e chitarra, davvero fin troppo prolissa: diciotto minuti! Il secondo cd è inaugurato dal riffone di Trough The Never, pezzo che risulta più esplosivo che su disco; la notte avanza e si viene a creare il celebre scenario che introdce all'apocalittica For Whom The Bell Tolls: Hetfield 'presenta' Ulrich, il quale inizia a scandire gli inconfondibili e truci rintocchi di batteria. La marcia solenne viene autoritariamente condotta dal solo di basso di Newsted, mentre l'anima del compianto Cliff Burton aleggia nei solchi in questo monolitico monito di rispetto e onore. Ultimo momento di pausa viene concesso dalla leggendaria melodia di Fade To Black, capace di caldare i cuori più duri senza mai scadere nella commercialità, anzi sfociando in quel memorabile assolo che è sempre fonte di forti sensazioni, oggi come vent'anni fa. James scalda ulteriormente la folla, già cotta a puntino, invitandola a ripetere sempre più forte le sue parole: ma quando gli 'oh yeah!' si trasformano nel bisillabo 'Master!' tutti intuiscono e il delirio già impazza incontrollabile; tempo di pronunciare le restanti paroline 'of Puppets' e il più grande riff della storia dell'heavy metal si precipita sul moshpit scatenato come una devastante pioggia nucleare. E' naturalmente Master Of Puppets, escecuzione stellare, peccato solo che la band avesse preso in quel periodo il brutto vizio di troncarla a metà, castrandola della sublime parte melodica centrale. Segue un altro iperriff da antologia, di quelli che sembrano inarrivabili e incorruttibili dinnanzi allo scorrere del tempo: Seek & Destroy, affidata alle corde voacli del rude newsted e altamente sconvolgente. Termina nella solita lunghissima jam session, e lascia ad un classico per eccellenza come Whiplash il compito di chiudere il massacro: velocità, velocità, velocità. Adrenaline starts to flow- You're thrashing all around- acting like a maniac urla James, osannato dalla massa, prima di innescare l'ultima scossa di terremoto sotto i piedi della gente, ormai sfibrata dal pubblico delirio; la furia corre e travolge tutto senza pietà, a ritmi serratissimi e corrosivi, nella furia più selvaggia del thrash metal proposto da questi incazzatissimi ragazzotti californiani. La festa ricomincia con l'ultima concessione commerciale (la dolce nenia di Nothing Else Matters e il riff orientaleggiante di Wherever I May Roam), prima che il four pieces a stelle e strisce ci trascini in un vorticoso salto nel suo passato glorioso. Si inizia l'operazione-nostalgia con qualche tributo: la band inizia a suonare Am I Evil dei Diamond Head, la sua cover per eccellenza, poi si ferma e attacca con il riff celebre della purpleiana Smoke On The Water, ripassa il motivetto di ...Sandman e torna ad Am I Evil, riagganciandosi laddove si era fermata con l'assolo da urlo di Hammet , il ritmo coinvolgente e quel ritornello tanto semplice quanto trascinante. Segue una divertente e velocissima Last Caress dei Misfits: al termine du quest'ultima, le luci si spengono, esplodono botti di guerra; la gente urla, e il desolante arpeggio di One porta la pelle d'oca tra la caliente gente messicana. la voce di James Hetfield si fa più tenue e interpreta passionalmente questo brano sontuoso, toccante, passando dalle parti sofferenti ai crescendo rabbiosi con energica maestria, fino allo spaziale assolo di Kirk Hammett, perla di una lunga conclusione strumentale che definire imponente è riduttivo. Come tutti noi ben sappiamo. I Metallica sono lanciatissimi: abbozzano il riff marziale di Ride The Lightning, esplodono un'altra cover (So What degli AntiNowhere League) e poi di colpo mitragliano la platea con una tiratissima Battery, una delle perle più veloci, violente e leggendarie della casa: Hetfield, in forma straripante, guida l'assalto, Ulrich esplode bordate letali e chirurgiche, Hammett e Newsted lacerano i nervi contratti dei deiranti presenti; l'assolo è la prova del nove per chi ancora non si era 'bagnato': thrash furente, battentre, una rincorsa mozzafiato con mostruosa galoppata finale, salutata dal boato planetario del pubblico! Il sudore cola a fiotti, l'adrenalina ha preso possesso delle menti sgovernate di ogni singolo spettatore, ma il cinico Hetfield non concede un attimo di sosta e continua a violentare le emozioni cerebrolese dei suoi adepti, urlando forte il nome del nuovo inno che la corazzata di nero vestita va ad intraprendere: The Four Horsemen! Riff leggendario, pezzo che gronda storia: la cavalcata, ricca di cambi di tempo e di un assolo urticante, è pazzesca, sopratutto ricordandoci che fu scritta da dei ventenni. Il fuoco resta acceso, grazie al groove della thrashissima Motorbreath, una mazzata nella quale spiccano i solismi bollenti di Hammett e che è incalzata da una potentissima versione di Stone Cold Crazy, degno tributo ai rocker di classe inglesi Queen. Altrettanto valido è il materiale video contenuto nel prezioso cofanetto. Il primo dei due dvd riprende il materiale originariamente suddiviso in due VHS, risalente agli show di San Diego del 13 e 14 gennaio 1992. La scaletta non si discosta molto da quella presente sui cd audio; il secondo dvd è un documento forse ancora più prezioso, che ritrae la band impegnata a Seattle il 29 e il 30 agosto 1989, dunque prima dell'avvento del tanto discusso Black Album: qui ci sono solo pezzi 'true', ci sono Blackened e ..And Justice For All in versione integrale, c'è The Thin That Should Not Be, ci sono gli anni '80! Grazie a questo succoso materiale video è possibile rivedere in azione una delle più spettacolari macchine da guerra sfornate in ambito hard'n'heavy, con immagine nitide e spettacolari capaci di riavvolgere il nastro del tempo. La qualità è ottima, e certi tentativi di 'effetto speciale' un pò banali -come per esempio il sovraporre le immagini dei musicisti a quelle del pubblico- non fanno che aumentare il sapore retrò di quest'opera, che dev'essere tutt'altro che moderna o 'vicina' a quello che la musica, i Metallica e il pubblico potrebbero essere oggi: il bello è il riassaporare le gustose notti magiche di una band all'apice nel suo decennio d'oro (1983-1993), capace di abbracciare un repertorio mastodontico e affascinante come pochi altri potrebbero vantare. Il giudizio su Live Shit: Binge & Purge non può dunque che essere positivo, al di là dell'elevato costo di produzione che tanto ha fatto mormorare la gente. Certo, sarebbe bello acquistare tre cd e due dvd a pochi soldi, chi lo nega? Qui però c'è tanto materiale da restarci secchi, da farci un'overdose, qui c'è tanta qualità e c'è tanta musica con degli attributi grossi così, qui c'è il succo di una carriera leggendaria alla quale il decennio successivo non ha saputo (e potuto) aggiungere nulla, per quanto completa e insuperabile già si era consacrata. Qualche altro punto a favore di questo prodotto? L'enorme enfasi, l'adrenalina che scorre a fiumi, Hetfield capace di gasare i fans come delle molle, l'impatto devastante dei pezzi 'storici', l'essenza di piccolo greatest hits live rivestita dal suddetto; la sa capacità di far provare emozioni forti, sincere, la facilità con la quale permette di riabbracciare i vecchi Metallica, una parte di noi stessi che mai potrebbe essere cancellata e che riemerge implacabile grazie a dischi come questo. Qualche critica, qualche pelo nell'uovo? la scelta troppo copiosa di canzoni del Black Album (ma del resto era il tour di quel disco!), la scelta di non suonare più i pezzi di Justice (esclusa One), gli intermezzi con solos troppo lunghi e prolissi, la scelta di escludere gemme del calibro di Ride The Lightining o Damage Inc e, soprattutto, il 'taglio' più clamoroso e doloroso di tutti. Master Of Puppets non si può troncare a metà (nella versione audio), prima della parte melodica, prima dell'assolo. No, semplicemente no, non si può. Questo, cari Metallica, non ve lo perdoniamo, per il resto diciamo che ve la cavate con un giudizio niente male...

LIVE SHIT (BINGE & PURGE). GENERE: thrash-heavy metal. VOTO: 100/100. TRACKLIST: Enter Sandman, Creeping Death, Harvester Of Sorrow, Welcome Home (Sanitarium), Sad But True, Of Wolf And Man, The Unforgiven, Justice Medley, Bass - Guitar Solos, Through The Never, For Whom The Bell Tolls, Fade To Black, Master Of Puppets, Seek & Destroy, Whiplash, Nothing Else Matters, Wherever I May Roam, Am I Evil?, Last Caress, One, Battery, The Four Horsemen, Motorbreath, Stone Cold Crazy.
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JAMES HETFIELD: 'Sono un uomo fortunato'. 22 giugno 2009. 'La mia vita è un sogno. E la mia famiglia è il coronamento del sogno. Ho tre tre figli, di 11, 9 e 7 anni, e una moglie splendida, Francesca, che è argentina. Quando non sono in giro per il mondo, e per altro spesso mi seguono, adoro trascorrere i venerdì sera con loro sul divano, a mangiare la pizza e a guardare la televisione'.


Lars Ulrich: 'vogliamo suonare anche su altri pianeti!'. 2 febbraio 2009. 'Non si sa mai come il pubblico può recepire un album. volevamo catturare in studio l'energia che riusciamo a sprigionare dal vivo, e ci siamo riusciti. Uno dei punti prefissatici lavorando con Rick Rubin era di distillare l'essenza del nostro suono degli anni '80, ma non sono d'accordo sul fatto che per registrare un buon album heavy metal si debba necessariamente essere incazzati. James è il fratello che non ho avuto. Vogliamo restare in tour fino al 2010 e suonare ovunque'.


JAMES HETFIELD: 'Abbiamo ancora tanto da dire'. 11 novembre 2008. 'Questa band è ancora fondamentale, ha ancora il suo peso tutt'altro che trascurabile. Oggi apprezziamo maggiormente ogni cosa, ogni istante della nostra vita. Abbiamo ancora voglia di rimetterci in discussione. Ci sono davvero un bel pò di nuove canzoni che non posso fare a meno di suonare con grande carica emotiva. '


LARS ULRICH: 'Adesso godiamo di nuovo!' 22 ottobre 2008. 'Avevamo nostalgia dei nostri anni '80. E' stato davvero molto bello ricreare in studio quel muro del suono che ci ha sempre contraddistinto dal vivo. Nel 2000 e 2001 troppe cose si sono accavallate nelle nostre teste, e ne è fuoriuscito un gran casino. E' stato faticoso, ma abbiamo superato quella crisi tutti insieme, e ora ce la stiamo godendo'.


JAMES HETFIELD: 'Death Magnetic sarà il nuovo Master Of Puppets!' 8 luglio 2008. "I momenti negativi sono ormai un ricordo lontano, da tenere comunque come monito per il futuro. St Anger ha rappresentato il nostro purgatorio, un atto dovuto per diventare un gruppo migliore. Questa volta, invece, abbiamo fatto tutto senza fretta, per essere sicuri di centrare l'obbiettivo. Death Magnetic è un ritorno al passato, alle sonorità che più amiamo, arrangiate in un contesto attuale: potremmo definirlo come un Master Of Puppets moderno, ma non aspettatevi una copia esatta di quel disco!"

INTERVISTA A LARS ULRICH (METALLICA)

'ADESSO GODIAMO DI NUOVO!'

'Avevamo nostalgia dei nostri anni '80. E' stato davvero molto bello ricreare in studio quel muro del suono che ci ha sempre contraddistinto dal vivo. Nel 2000 e 2001 troppe cose si sono accavallate nelle nostre teste, e ne è fuoriuscito un gran casino. E' stato faticoso, ma abbiamo superato quella crisi tutti insieme, e ora ce la stiamo godendo'.

Lars Ulrich è sereno e allegro come sempre. Anzi, non proprio come sempre: come tutti i suoi compagni ha attraversato momenti duri, ma ora che questi sono alle spalle sta vivendo una seconda giovinezza. Da ragazzino era iperattivo, curioso, vivace e aveva tantissima voglia disfondare con l'heavy metal. E ci è riuscito, perchè da quella disastrosa prima jam session a casa di Ron Mc Gouvney con James Hetfield ne è passata di acqua sotto i ponti. Da batterista improvvisato, Lars è diventato uno dei due leader carismatici della band più grande del mondo, scrivendo pagine telluriche di thrash metal e non solo. Oggi death Magnetic riporta i quattro cavalieri all'epopea d'oro di Kill'Em All e Master Of Puppets, e l'istrionico danese è ben felice di raccntarci emozioni, postive e negative, che ne hanno contraddistinto il cammino dalla crisi alla rinascita.

Ciao Lars! Death Magnetic è il tanto decantato ritorno alle origini. Che ci dici del nuovo album? 'Death Magnetic è diverso da tutti gli album precedenti. Se penso alla sua lavorazione nel corso degli ultimi anni mi gira ancora la testa. Rick Rubin ha voluto che suonasse 'organico' e naturale come non ci succedeva da tempo, e in effetti -col senno di poi- mi rendo conto che alcune nostre produzioni degli anni '90 erano forse un pò troppo sofisticate. E' stato davvero molto bello ricreare in studio quel muro del suono che ci ha sempre contraddistinto dal vivo. Quali sono i dischi che hanno permesso ai MetallicA di crearsi un nome in giro per il mondo? Facile: Kill'Em All, Ride The Lightning, Master Of Puppets e And Justice For All. Quelle sono le fondamenta della nostra carriera, e alla fine di quel ciclo abbiamo sentito il bisogno di guardare da un'altra parte, comporre album diversi. 2 anni fa abbiamo fatto un tour in cui suonavamo Master Of Puppets per intero: in quel momento è stato come ammettere che avevamo nostalgia dei nostri anni '80. Allo stesso tempo, l'ultima cosa che volevamo era tuffarci nel passato ad occhi chiusi. Rick non ci ha detto cosa fare, ma come farlo, senza essere invasivo; se il nostro desiderio era quello di ricollegarci al lato thrash metal bisognava farlo con intelligenza e non per il solo gusto del revival. Parlando con lui abbiamo capito che potevamo farcela. Dal punto di vista mentale la strada è stata solo in discesa, bisognava solo darci dentro come dei matti!'

Dopo i capolavori degli anni '80 e il capitolo Black Album, con cui avete sperimentato sonorità più accessibili, si è aperta la parentesi hardrock di Load e reload; quindi la crisi e il primo passo verso la risalita, St Anger. 'St Anger, come Some Kind Of Monster, è stata una tappa obbligata per noi, nel bene e nel male. Ci hanno rafforzato e portato dove siamo ora, così come i lavori precedenti. La differenza è che quel disco e quel film contengono rabbia, dolore e smarrimento come mai era successo prima: ognuno di noi ha attraversato un periodo molto difficile, e St Anger è stato un tentativo di mettere in fila quei sentimenti negativi, dargli un senso compiuto e venirne fuori più forti di prima. Direi che ce l'abbiamo fatta. Sono maledettamente fiero che i MetallicA abbiano realizzato un album come quello, anche se sento che si tratta di un capitolo a sè della nostra storia. La fotografia di un momento che spero non si ripresenti mai più'.

Come tutti i predecessori, luscita di Death Magnetic ha catalizzato un'attesa spasmodica di fan e mass media. 'Tutti si aspettano sempre che ogni nostro album cambi la faccia dell'heavy metal, e da un lato ci fa piacere perchè è quello che desideravamo quando suonavamo in un garage all'inizio degli anni '80. Dall'altro lato però è una grossa responsabilità, a volte vorrei che fossimo giudicati per il nostro presente e non per il nostro passato'.

Cosa vuol dire suonare nei Metallica, oggi dopo tantissimi anni? 'Suonare nei Metallica è tornato ad essere divertente! Qualche anno fa aveva smesso di esserlo, ed è proprio lì che sono iniziati i nostri problemi. Adesso invece possiamo dire in tutta sincerità che stiamo vivendo un momento molto felice e che il nuovo disco ne è il parto naturale. Abbiamo affrontato ogni problema con calma e armonia, grazie alla serenità ritrovata al termine del ciclo di St Anger. I MetallicA sono tornati ad essere per noi la più piacevole valvola di sfogo e non un'ossessione. Band, famiglia, pensieri personali: nel 2000 e 2001 troppe cose si sono accavallate nelle nostre teste, e ne è fuoriuscito un gran casino. E' stato faticoso, ma abbiamo superato quella crisi tutti insieme, e ora ce la stiamo godendo'.

"we'll never stop, we'll never quit, 'cause we're Metallica": lo cantate in Whiplash, una leggenda. Ma i Metallica si fermeranno mai? 'Non so se e quando finiremo di suonare assieme. Se devo essere sincero, sarebbe opportuno fermarsi prima di diventare la parodia di noi stessi. Siamo diventati famosi per l'energia assurda dei nostri show; se questa dovesse venire meno perchè nonc e la facciamo più fisicamente, non faremmo certo una grande figura. Sì, gente come Who e Rolling Stones suonano ancora a oltre 65 anni, ma senza mancare di rispetto.. Charlie Watts (batterista degli Stones, ndr) non deve suonare Fight Fire With Fire ogni sera in concerto!!

PHOENIX, PARTITO IL NUOVO TOUR

MONDO, INIZIA A TREMARE!

Jobing Arena, Phoenix, AZ- October 21, 2008. Ecco la setlist che i METALLICA hanno proposto durante la prima data del tour in Nord America di supporto a "Death Magnetic" il 21 ottobre in Arizona. Come supporto si sono esibiti DOWN e THE SWORD. Il tour nordamericano si chiuderà l'1 febbraio nel New Jersey mentre quello europeo partirà il 25 febbraio da Nottingham, UK, e toccherà l'Italia nei giorni 22 e 24 giugno 2009. Non mancano le sorprese. Innanzitutto il concerto non è stato aperto da 'Creeping Death', opener ormai classica degli ultimi anni. Ok, ci sta visto che -essendo il tour del nuovo disco- ad aprire le danze sono state le prime due killer track di Death Magnetic. Però non si capisce perchè trarre solo 5 song dal nuovo disco, per altro escludendo due capolavori come All Nightmare Long e My Apocalypse!! I superclassici sparati qua e là garantiscono ovviamente il meglio dello show, dall'immancabile Master Of Puppets alla conclusiva Seek & Destroy. Curioso vedere i Mets rispolverare i controversi Load e St Anger, ripescando le insolite Until It Sleeps e Frantic. Del resto con un repertorio così oceanico è bello non dimenticare interi capitoli (per quanto contestati) della propria carriera!
SETLIST- 01. That Was Just Your Life - 02.The End Of The Line - 03. Sad But True - 04. Wherever I May Roam - 05. One - 06. Broken, Beat And Scarred - 07. Cyanide - 08. Frantic - 09. Until It Sleeps - 10. The Four Horsemen - 11. The Day That Never Comes - 12. Master Of Puppets - 13. Fight Fire With Fire - 14. Nothing Else Matters - 15. Enter Sandman -16. Last Caress - So What - 18. Seek and Destroy.

JAMES SBEFFEGGIA MUSTAINE!!


Ecco un video nel quale James Hetfield imita il modo di cantare di Dave Mustaine dei MEGADETH, per chi non lo sapesse ex-membro dei METALLICA, sulla canzone "Symphony Of Destruction". Il video è un estratto di uno show televisivo andato in onda ieri sul canale francese France 4. Curioso vedere come i 4 cavalieri si prendano beffe del loro ex amico, che comunque nei Megadeth ha scritto pagine storiche di heavy metal!

Tra i Metallica e Dave Mustaine non corre buon sangue, da decenni. Da quando dave versava birra sul basso elettrico di Ron Mc Gouvney, o prendeva a calci i suoi cani, o ancora guidava ubriaco il furgoncino della band, epr non dimenticare le azzuffate con Hetfield! Mustaine fu cacciato nel 1982 pur avendo scritto molti futuri capolavori della band; colmo di risentimento, formò i Megadeth per vendicarsi dei suoi compagni. Con Peace Sells (1986) tentò di contrastare Master Of Puppets, ma solo con Rust In Peace (1990) superò le vendite di And Justice For All: una carriera a inseguire delle icone irraggiungibili, tra veleni, polemiche e frecciatine. Una vita a sfottere gli ex amici, a prendersi le repliche piccate, a cercare di emulare dischi perfetti: come il Countdown To Extintion ispirato al Black Album. Una volta disse 'I Metallica sono l'antipasto, i Megadeth il piatto forte'. Non è mai stato così in realtà. Mustaine però ha anche passato momenti difficili, perso tra alcool e droga, ha toccato il fondo ed è risalito, e negli ultimi anni sembra aver perso la sua boria, il suo essere sempre strafottente, bastardo, attaccabrighe. Anzi, ha spesso ripetuto 'Io ho sempre ammirato james, e mi piacerebbe un giorno tornare ad essere suo amico'. Come ai tempi in cui si scambiavano il cinturone col teschio dagli occhi rossi, e suonavano The Mechanix adolescenti nella scuolla di Lars Ulrich o nei piccoli locali di San Francisco. Però evidentemente i Metallica continuano a considerarlo troppo inferiore a loro.. :D
JUMP IN THE FIRE

SALTIAMO NEL NOSTRO INFERNO. Cos'è inferno e cos'è paradiso, per un genere umano che si auto imbottisce di credulonerie, invidie, incomprensioni, falsità e sofferenze? 'Jump In The Fire' è il demonio traghettatore che chiama le sue anime per farle ardere nelle fiamme delle sue fornaci, ma lo fa quasi compiacendosi dei poveretti da punire 'per ordine superiore' ['C'è un lavoro da fare e sono la persona giusta']. Un carnefice che ha quasi pietà ed è più vicino alle animacce di quanto non lo sia il Creatore che le ha costrette a subire l'eterno castigo. Un riff frenetico in pieno Kill'Em All style bombarda il delinearsi del pezzo, che diventa il secondo singolo dell'album, dopo Metal Militia, e si colora di un artwork amatissimo e frequente sulle t-shirt dei fans dell'epoca. 'Salta di tua volontà o sii preso per forza Ti prenderò in un modo o nell'altro Cercando di tenere acceso il fuoco dell'inferno Ti do la caccia come una preda Vivendo la tua vita come me sono te capisci Allungati afferrami la mano cammina con me sulla terra Vieni a casa dov'è il tuo posto Allora dai Salta nel fuoco': il demone chiama le anim dipingendo l'inferno come 'casa', perchè forse lo spauracchio inferno è il miglior paradiso di chi ha capito che sulla terra regnano un'etica morale e politica che non gli appartiene.

JUMP IN THE FIRE. Down in the depths of my fiery home The summons bell will chime Tempting you and all the earth To join our sinful kind There's a job to be done and I'm the one You people make me do it Now it's time for your fate and I won't hesitate To pull you down into this pit So come on Jump in the fire So come on Jump in the fire With hell in my eyes and with death in my veins The end is closing in Feeding on the minds of man And from their souls within My disciples all shout to search you out And they always shall obey Follow me now, my child, not the meek or the mild But do just as I sayJump by your will or be taken by force I'll get you either way Trying to keep the hellfire lit I'm stalking you as prey Living your life as me, I am you, you see There is part of me in everyone So reach down, grab my hand, walk with me through the land Come home where you belong.

SALTA NEL FUOCO. Nelle profondità della mia casa di fuoco La campana della convocazione suonerà A tentare te e tutta la terra Ad unirsi a noi peccatori C'è un lavoro da fare e sono la persona giusta Voi gente me lo fate fare E' l'ora del tuo destino e non esiterò A spingerti giù in questa fossa Allora dai Salta nel fuoco Allora dai Salta nel fuoco Con l'inferno negli occhi e con la morte nelle vene La fine si sta avvicinando sempre più Nutrendosi con la mente dell'uomo E dall'interno delle loro anime I miei discepoli gridano tutti di scoprire sempre obbediranno Seguimi adesso bambino mio non gli umili o i miti Ma fai come dico Allora dai Salta nel fuoco Allora dai Salta nel fuoco Salta di tua volontà o sii preso per forza Ti prenderò in un modo o nell'altro Cercando di tenere acceso il fuoco dell'inferno Ti do la caccia come una preda Vivendo la tua vita come me sono te capisci Allungati afferrami la mano cammina con me sulla terra Vieni a casa dov'è il tuo posto Allora dai Salta nel fuoco Allora dai Salta nel fuoco.

SATANICI? NO, REALISTI

L'HEAVY METAL E IL 'SUO' SATANISMO. Da sempre, fin con i 'padri' Black Sabbath e Judas Priest, l'Heavy Metal è stato accusato di 'satanismo'. Jump In The Fire rappresenta una risposta 'nascosta' ma chiara a tutti i metallers: se 'satanico' è chi si rifiuta di conformizzarsi al un sistema, il metal è satanico: perchè rifiuta di piegarsi al sistema stesso, che ci usa come marionette, che nasconde tutti i crimini e le squallide verità politiche e sociali di ogni latitudine, che soprassede ai nostri sentimenti e ci tiene 'morti' intellettualmente sotto un mucchio di palle, scaramanzie, dogmi (leggasi religioni per non pensanti). La massa perbenista ritiene 'satanico' chi contraddice i loro comuni modi di vivere e pensare, e i metallari sono tra questi. Dunque il satanismo è semplice onestà culturale. L'ingferno è il piacere, l'inferno è il vivere in maniera più bella e credere a quello che si vuole credere senza costrinzioni: allora perchè non saltarci a piè pari, in quell'inferno, se il paradiso è metafora del mondo 'normale' fatto di bugie, sentimenti di plastica, dei che guardano il disfacimento da loro stessi creato? Negli anni '80 il metal fu portato in tribunale: Iron Maiden, Twisted Sister, tutti sono passati nelle fauci dei politici benpensanti in giacca e cravatta. Uscendone idenni: oggi sono ancora qui, il metallo è ancora qui. I Metallica, e James Hetfield in particolare, hanno sempre combattuto contro una religione fatta di grossi libri pieni di dettami e sacrifici ma che 'fallisce' quando il credente ha bisogno del suo dio: un discorso rivolto più che altro a quella gente che si affida alle religioni in modo letterale, quasi scaramantico e abitudinario. Queste ragioni potrebbero portare ai quattr cavalieri accuse di satanismo. Ma in realtà, come per tutti gli altri casi, sappiamo bene che i problemi della società non stanno certo in qualche disco da ascoltare al contrario! Se delle folie sono state compiute, in passato, da appassionati di musica metal, non vuol dire che il metal è satanico: se pochi pazzi squilibrati ascoltavano metal non vuol dire che tutti i metallari siano pazzi squilibrati.

TORNANO IN ITALIA!!!!!!!!!


Ecco un comunicato ufficiale della Live:

METALLICA - World Magnetic Tour 2009:
confermati gli show italiani!


L'attesissimo nuovo album dei METALLICA, "Death Magnetic", è andato al numero 1 nelle classifiche di vendita direttamente la prima settimana in oltre 25 paesi in tutto il mondo. Tra le nazioni che hanno tributato il giusto successo ai Four Horsemen c'è anche l'Italia: "Death Magnetic" ha raggiunto il numero 1 anche nel nostro paese! In seguito a questo straordinario successo, METALLICA hanno deciso di includere ben due shows italiani nel prossimo "World Magnetic Tour 2009". Lo show sarà caratterizzato dalla mitica produzione circolare. Il palco sarà infatti posto al centro dell'arena e lo show sarà fruibile da tutti gli spettatori a 360°! METALLICA saranno accompagnati da due special guests che verranno annunciati prossimamente. Ecco i dettagli delle due date italiane:

METALLICA
22.06 Milano, DatchForum
24.06 Roma, Palalottomatica

I biglietti saranno in vendita a partire dalle 00.01 di sabato 18 Ottobre via internet su www.ticketone.it e dalle ore 9.00 di sabato 18 Ottobre in tutti i punti vendita della rete Ticketone. I prezzi saranno i seguenti:

Parterre (sotto palco - posto unico): 50 Euro + diritti di prevendita
Platinum Ticket (posti numerati - primo settore): 55 Euro + diritti di prevendita
Gold Ticket (posti numerati - secondo settore): 45 Euro + diritti di prevendita
Silver Ticket (posto unico - terzo settore): 40 Euro + diritti di prevendita
NB: per la data di Roma anche il Silver Ticket sarà numerato.


Per gli iscritti al fan club sarà possibile acquistare in anteprima i biglietti a partire dalle 9.00 di giovedi16 Ottobre su www.metclub.com . Per tutti gli altri: pronti a cliccare su www.ticketone.it allo scoccare della mezzanotte tra venerdi e sabato!
HIT THE LIGHTS

INIZIA LA RIVOLUZIONE. Hit The Lights, noi siamo i Metallica. James Hetfield e Lars Ulrich si erano conosciuti sedicenni grazie ad un annuncio su un giornale del taciturno cantante. Alla batteria però Lars era ancora poco adatto ['faceva proprio cagare', per dirla con James], così tra i due finì tutto quel pomeriggio. Almeno per un anno: l'irrequieto batterista aveva infatti un amico che redigeva una fanzine metal, e quando questi decise di allegare una compilation alla sua rivista il giovane danese insistette talmente tanto -assillante come sempre- per avere una canzone tutta per lui, che l'amico non seppe rifiutare. Lars ancora non aveva una band, e chiamò James: pur di apparire su una metal compilation, Hetfield accettò di lavorare con 'quel batterista di merda, che aveva una batteria con un solo piatto, che cadeva mentre suonavamo, costringendoci a fermarci per raccoglierlo'. Suonarono una canzone che James e Ron Mc Govney avevano scritto quando erano nei Leather Charms: 'Hit The Lights'. La compilation era 'Metal Massacre I', e quella traccia numero nove segnò qualcosa di enorme: chi la ascoltava, tra tutte le altre canzoni 'normali', restava allibito dalla velocità e l'aggressività con cui suonavano i giovanissimi Metallica. La canzone finisce sul primo demo 'No Life Till Leather', e 'No Life Till Leather' è la frase che apre il pezzo: riferimento autoreferenziale in cui leather sta per cuoio ['Niente vita fino al cuoio'] ma anche per 'tosto', a voler significare che la vita la si scopre quando si decide di agire, diventare duri per ribellarsi al sistema. La song è un inno al metal, perchè il metal è voglia di libertà. Scrive Maurizio de Paola su 'Le Canzoni dei Metallica': "Il suono metal è qualcosa che agli altri crea dolore, e più ne provoca più aumenta il volume perchè le chitarre sono usate come mitragliatrici e la musica è un'arma: Con tutto il nostro urlare- Squarceremo il tuo cervello- Abbiamo il potere letale- Ti sta dando un dolore dolce Oh un dolore dolce- Quando incominciamo a fare rock- Non ci vogliamo più fermare- Colpisci le luci". Hit sta per 'colpire', ma anche per 'accendere', 'avviare'. Kill'Em All si apre così: i Metallica iniziano da qui la loro rivoluzione.

HIT THE LIGHTS. No life till leather We're gonna kick some ass tonight We got the metal madness When our fans start screaming it's right, well alright When we start to rock we never Want to stop again Hit the lights Hit the lights Hit the lights We know our fans are insane We're gonna blow this place away With volume higher Than anything today, the only way When we start to rock we never Want to stop again Hit the lights Hit the lights Hit the lights With all our screaming We're gonna rip right through your brain We got the lethal power It's causing you sweet pain, oh sweet pain When we start to rock we never Want to stop again Hit the lights Hit the lights Hit the lights.

COLPISCI LE LUCI. Niente vita fino al cuoio Spaccheremo il culo stasera Siamo colti dalla- pazzia metal Quando i nostri fan iniziano ad urlare Va bene va proprio bene Quando incominciamo a fare rock Non ci vogliamo più fermare Colpisci le luci Colpisci le luci Colpisci le luci Sai che i nostri fan sono pazzi Faremo saltare questo posto Con il volume più alto Di qualsiasi altra cosa oggi l'unico modo Quando incominciamo a fare rock Non ci vogliamo più fermare Colpisci le luci Colpisci le luci Colpisci le luci Con tutto il nostro urlare Squarceremo il tuo cervello Abbiamo il potere letale Ti sta dando un dolore dolce Oh un dolore dolce Quando incominciamo a fare rock Non ci vogliamo più fermare Colpisci le luci Colpisci le luci Colpisci le luci.

METAL, UNA VIA DI FUGA
L'ETICA MORALE DELL'HEAVY METAL. All'inizio degli anni '80, e con il loro seminale Kill'Em All, i Metallica si fanno portatori del verbo dell'heavy metal. Ovvero della ribellione. Heavy metal è ribellione contro qualsiasi cosa, a seconda di ciò che ogni metallers sente dentro: le imposizioni dei genitori, le tribolazioni scolastiche, il peso di essere emarginato da qualcuno, l'oppressione di un sistema corrotto, la dipendenza da sostanze stupefacenti o qualsiasi altra causa di frustrazione. I Metallica acquisiscono un look e un sound forte, da ribelli, ma per essere tali non serve necessariamente essere 'come loro'. Altrimenti si verrebbe conformizzati e standardizzati, e non è questo l'obbiettivo: l'obbiettivo è l'esatto opposto, e cioè lottare contro il conformismo di chi vuole annientare le singole sensazioni, idee, emozioni. La società non si cura di quello che noi pensiamo e sentiamo: l'odio verso questa superficialità e verso l'esaltazione collettiva di cose futili è la nostra ribellione. Hit The Lights esalta la pazzia che scaturisce nei metalkids quando si trovano con i loro 'simili' a percuotersi l'anima con i potenti riff dei Metallica. L'appartenenza alla milizia del metal è la transfigurazione del nostro mondo ideale, fatto solo di musica e divertimento. Tutto ciò che ci dà fastidio resta al di fuori, e quando ci scivola addosso nessuno si rende conto che la routine, la 'normalità' è in realtà qualcosa di fastidioso che interferisce con le nostre vite. La gente 'comune' potrebbe prenderci per pazzi, e così è; ma in realtà in un mondo di pazzi sono proprio loro, i 'normali', ad essere i pazzi! The Thrasher
THE THING THAT SHOULD NOT BE

LOVECRAFT, HORROR FANTASY. 'The Thing That Should Not Be', la cosa che non dovrebbe esistere. Alcuni ci hanno letto in sottofondo una canzone che, nel concept sulla dipendenza e del controllo mentale, potrebbe parlare della droga e della sua influenza su chi vi inciampa. Certo, ma questa grande canzone, cadenzata e maciullante, si incentra soprattutto sui racconti fanta-horror di Lovercraft, lo scrittore tanto amato dalla band [in particolare da Cliff e James]. Dopo 'Trapped Under Ice' e 'The Call Of Ktulu' i Metallica attingono nuovamente dal repertorio di Lovercraft, riportando i versi di ben tre racconti ['il richiamo di Ktulu', 'la maschera di Innsmouth' e soprattutto 'le montagne della follia']. In essi si parla di Ktulu, sommo sacerdote dei Grandi Antichi, le divinità primogenie che hanno governato il nostro pianteta per milioni di anni ma sono state spazzate via da un cataclisma. Ktulu ha ibernato gli unici sopravvisuti nella città di R'lyeh: il suo sortilegio permette loro la vita eterna, ma il risveglio avverrà solo dopo svariate ere, e solo se invocati con determinati riti dagli uomini. Essi, che possono viaggiare nel tempo e impadronirsi delle menti delle persone, bramano di tornare presto alla vita. Di per sè, 'la cosa che non dovrebbe essere' è rappresentata dagli Shoggut, mostruosi schiavi di materiale protoplasmatico capaci di prendere la forma e il controllo di ogni cosa; essi sono stati generati come servi dagli Antichi, ma si sono ribellati e ne hanno distrutto la civiltà. L'ibernazione degli Antichi si ricollega ai tanti misteri che circondano il continenta Antartico e l'origine della specie umana.

THE THING THAT SHOULD NOT BE. Messenger of fear in sight Dark deception kills the light Hybrid children watch the sea Pray for father, roaming free Fearless wretch Insanity He watches Lurking beneath the sea Great old one Forbidden site He searches Hunter of the shadows is rising Immortal In madness you dwell Crawling chaos underground Cult has summoned twisted sound Out from ruins once possessed Fallen city, living death Fearless wretch Insanity He watches Lurking beneath the sea Timeless sleep Has been upset He awakens Hunter of the shadows is rising Immortal In madness you dwell In madness you dwell Not dead which eternal lie Stranger eons, death may die Drain you of your sanity Face the thing that should not be Fearless wretch Insanity He watches Lurking beneath the sea Great old one Forbidden site He searches Hunter of the shadows is rising Immortal In madness you dwell.

LA COSA CHE NON DOVREBBE ESSERE. Messaggero della Paura in vista L'oscuro inganno uccide la luce Bambini Ibridi osservano il mare Pregate per il Padre, che vaga libero Impavido Poveretto Pazzia Guarda Nascosto sotto il mare Il grande Vecchio Luogo proibito- Cerca Il cacciatore delle Ombre si sta alzando Immortale Dimori nella pazzia Caos strisciante, sottoterra Il culto è stato convocato, suono contorto Fuori dalle rovine una volta possedute Città caduta, morte vivente Impavido, poveretto, pazzia, guerra, nascosto sotto il mare il grande vecchio cerca il Luogo proibito Il cacciatore delle ombre si sta alzando Immortale dimori nella pazzia Non morto che la bugia eterna Miliardi di anni sconosciuta la morte possa morire Ti Prosciuga la sanità di mente Fronteggia la cosa che non dovrebbe essere.

H. PHILIPS LOVECRAFT

UNA PASSIONE FANTASY. Howard Phillips Lovecraft [nato a Providence il 20 agosto 1890 e morto il 15 marzo 1937] è stato uno scrittore statunitense del fantastico. Non molto apprezzato dai critici del suo tempo, forse perché troppo innovativo, non godette mai di buona fama se non dopo la sua morte. È oggi riconosciuto fra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme ad Edgar Allan Poe, ed è considerato da molti uno dei precursori della fantascienza. L'opera di Lovecraft è stata definita come 'un'amalgama di fantasy e fantascienza, e non è sorprendente che abbia influenzato in maniera considerevole lo sviluppo successivo di entrambi i generi'. Il nome di Lovecraft è sinonimo di narrativa dell'orrore; le sue opere, in particolare i Miti di Cthulhu, hanno influenzato autori in tutto il mondo, e si possono riscontrare elementi lovecraftiani in svariati romanzi, film, fumetti e cartoni animati. Ad esempio nel fumetto Batman i folli nemici del protagonista vengono incarcerati nel manicomio Arkham di Gotham City ed il nome Arkham è un'invenzione di Lovecraft. Molti autori contemporanei di narrativa horror e fantastica, come Stephen King, Bentley Little, Joe R. Lansdale, Neil Gaiman per citarne solo alcuni, hanno indicato Lovecraft come una delle loro fonti primarie di ispirazione. Nel disco Ride the Lightning è presente una traccia solo strumentale che porta il titolo The Call of Ktulu, molto probabilmente ispirata dalle atmosfere del racconto, nonostante il nome sia semplificato in 'Ktulu'. Nel disco successivo, Master of Puppets è contenuta la canzone The thing that should not be, il cui testo è ispirato a una novella di Lovecraft. I Black Sabbath, nel loro primo album omonimo, hanno intitolato un brano ad una delle avventure di Lovecraft: Beyond the Wall of Sleep. Anche i Rage hanno ispirato alcuni dei loro testi ai racconti di Lovecraft, infatti anche le canzoni stesse portano il nome di alcuni racconti, per esempio Beyond the Wall of Sleep e Shadow Out of Time. In a Nameless Time, come la già citata Shadow Out of Time si ispira al romanzo L'ombra venuta dal tempo. Nell'album Missing Link, del 1993, compare la canzone Lost in the ice, che narra le vicende del romanzo Le montagne della follia. Nell'album Soundchaser, del 2003, compare la canzone Great old ones che fa riferimento ai Grandi Antichi della cosmologia lovecraftiana. La band inglese Iron Maiden, oltre a numerosissime altre citazioni più o meno nascoste all'interno dei loro brani, cita una nota frase di Lovecraft nell'epitaffio di Eddie sulla copertina dell'album 'Live After Death' Numerose band, specialmente di genere metal estremo, fanno uso di termini lovecraftiani. Per esempio la band Marduk, i Nile, i Morbid Angel, i Cradle of Filth, gli Holy Martyr, i Bal-Sagoth, i Dawn of Relic i Thergothon e molte altre. La canzone The Silver Key, dall'album Beyond the Sea, dei Dark Moor è basata sulle Dreamlands di H. P. Lovecraft. Gli H.P. Lovecraft sono un gruppo musicale Psychedelic rock degli anni 60-70.

LA VERITA' SU DEATH MAGNETIC


Death Magnetic è già stato preso da critiche assurde, dividendo di fatto i pochissimi che lo ritengono grandioso da chi lo considera poco innovativo, scopiazzato dal passato della band, poco 'naturale': come se i Metallica l'avessero creato solo per tornare forzatamente si fasti del vecchio thrash. Balle atomiche. Come dice Lars, "Far parte dei METALLICA significa avere sempre qualcuno che ha qualche problema con quello che stai facendo, tipo James Hetfield ha fatto colazione con qualcosa che non mi piace". La realtà è che fa comodo tirar merda sui californiani, la verità è che è troppo poco cattivo elogiare la grandezza dei numeri uno al mondo: l'invidia per chi sta sul trono è sempre forte, e la tentazione di andargli contro fa figo, rende bulli. A noi tutto ciò fa solo piacere, perchè vuol dire che l'inarrivabile capacità dei Ragazzi fa rodere i detrattori. I FUCKING POSER! In un mare di recensioni demenziali, piene di falsità e banalità (come quelle sul sound scopiazzato e poco originale: quando i Mets hanno cambiato, con Load e company, sono stati trattati come eretici; per anni chiunque chiedeva il 'ritorno alle origini ed ora che è avvenuto li accusano di autoplagio!) spicca in positivo quella del sito Truemetal.it. Un gran bel sito, e il nome dice tutto sulla sua competenza. La recensione, da poco pubblicata, trova diversi punti in comune con la nostra: ' That Was Just Your Life rompe gli indugi con un riff che fa il verso a Blackened', 'James Hetfield sfodera la grinta di un debuttante, confermandosi leader insostituibile', ' My Apocalypse certifica in maniera inequivocabile la riscoperta del thrash metal, il gigante dormiente; è un bombardamento in piena regola, che rievoca i primordi del gruppo per velocità e potenza esecutiva.' Gran bella recensione quella di Federico Mahmoud: dato ai Metallica quello che è dei Metallica!

LA RECENSIONE DI TRUEMETAL.IT
LA NOSTRA RECENSIONE
LARS SU DEATH MAGNETIC

DEATH MAGNETIC: LA RECENSIONE DI TRUEMETAL.IT


You rise.You fall. You’re down, then you rise again. What don’t kill ya make ya more strong.


12 settembre 2008, The Day That Never Comes. O, secondo l’opinione diffusa, The End of the Line: l’ultima chiamata, l’orlo del baratro a pochi passi. Death Magnetic nasce sotto una cattiva stella. Il bruciante fallimento dei predecessori, che hanno scaraventato la band nell’occhio del ciclone, è un fardello insopportabile; nemmeno l’eco delle grandi esibizioni dal vivo ha lenito quello scetticismo che, cronicamente, si riaffaccia a ogni mossa del gruppo. Gli amati / odiati Metallica, non senza un velato sarcasmo, celebrano il proprio funerale artistico abbozzando la sagoma di una bara. Morti e sepolti? La sentenza è tra le righe: breaking your teeth on the hard life comin' / show your scars / breaking your life, broken, beat and scarred / but we die hard. I quattro cavalieri arrugginiti, lucidate le armature, vendono cara la pelle. Death Magnetic è l’ancora di salvezza, l’album del rilancio definitivo: Reload, I Disappear, gli eccessi di St. Anger sono lontanissimi. Suicide and Redemption.

La novità è Rick Rubin. Un produttore (il Re Mida Bob Rock) li aveva traviati, un altro li riporta sulla strada maestra. Non è un ritorno in pianta stabile alla furia degli esordi, piuttosto un viaggio a ritroso che fotografa da varie angolazioni la carriera ventennale del gruppo: la prepotenza di Master of Puppets, il gusto delle trame complesse che fu di …And Justice For All, melodie avvincenti, reminescenze hard… Death Magnetic è tutto questo e molto di più. Recuperato lo slancio primigenio, i Metallica forgiano un’opera moderna nonostante i copiosi riferimenti al passato; la regia di Rubin fa la differenza, ottenendo quel sound potente ma essenziale che St. Anger aveva inseguito vanamente. I volumi sono esorbitanti e valorizzano un processo compositivo che, pur compiacendosi di brani articolati, ripone nell’impatto frontale la sua arma vincente.
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Like a release from a prison. That I didn’t know I was in.Like a fight to live the past I prayedTo leave from way back then. Like a general without a missionUntil the war will start again… Start again.

Sette minuti più tardi i fantasmi del recente passato sono polvere nel vento, spazzati via dal fragore degli strumenti. That Was Just Your Life rompe gli indugi con un riff che fa il verso a Blackened, inaugurando una serie di auto-citazioni disseminate tra i solchi del platter. Death Magnetic non è il saggio auto-referenziale di una band in crisi d’identità, ma la riscossa del trademark dopo un lungo esilio. La band - recita l’opener - non è più vittima di sé stessa. James Hetfield sfodera la grinta di un debuttante, confermandosi leader insostituibile di una formazione cementata da anni di esperienza comune. Rigenerato al microfono, penna ispirata e pungente, killer armato di una ESP: il migliore. I raid chitarristici di All Nightmare Long, classico annunciato del repertorio, ne esaltano la prestanza ritmica; The Judas Kiss, magistrale nel refrain, dimostra che l’ispirazione dei giorni migliori non è perduta. Il sodalizio con Rubin risulta in un muro di suono granitico, costruito sul rifferama torrenziale della coppia d’asce; la produzione è il valore aggiunto negli episodi più incisivi, come The End of the Line.

Crushing metal, ripping skin. Tossing body, mannequin. Spilling blood, bleeding gas.

Diciassette anni di latitanza non hanno intaccato il fascino del logo originale, che si riappropria di una copertina dopo le metamorfosi degli ultimi tempi. Non è una coincidenza: My Apocalypse certifica in maniera inequivocabile la riscoperta del thrash metal, il gigante dormiente; è un bombardamento in piena regola, che rievoca i primordi del gruppo per velocità e potenza esecutiva. Il segreto di Death Magnetic è un songwriting di qualità, vario quanto basta per soddisfare più palati ma senza freni inibitori. Cyanide (una delle rare incursioni di Rob Trujillo) e Broken, Beat & Scarred non sfigurerebbero nella seconda parte di Metallica (1991), meno votata all’airplay. L’asse Ulrich - Trujillo è la spina dorsale delle composizioni, plastica e dura come la pietra; entrambi si limitano a martellare i timpani con grazia pachidermica, condividendo un approccio che fa piazza pulita di inutili orpelli. Kirk Hammett è il protagonista di The Day That Never Comes, power-ballad d’ordinanza che ricorda Fade to Black e, nelle melodie, la struggente To Live Is To Die. Un’assonanza che ricorrerà, più avanti, nello splendido affresco di Suicide & Redemption: un tributo alla magniloquenza delle grandi strumentali, con una sezione centrale da brividi.

The Unforgiven III, superato il fascino esotico del titolo, è probabilmente l’anello debole della catena; un brano in cui tutto procede come da copione, dagli archi al bridge modello Load, senza che si avverta la scintilla del genio. Calo peraltro fisiologico e pronosticabile, se rapportato a un contesto di grande levatura. L’unico peccato imputabile ai Metallica è l’ansia da prestazione che porta, in alcuni frangenti, a insistere su partiture ridondanti, come avviene nel finale di The Day That Never Comes; un vizio di forma che penalizza una tracklist altrimenti equilibrata, nonostante l’elevato minutaggio.

Alzi la mano chi, al netto delle recenti scottature, avrebbe immaginato un riscatto di queste proporzioni. Death Magnetic è, senza timore di smentite, il disco migliore che i Metallica potessero incidere: scarno, crudo, diretto come il layout che adombra le pagine del booklet. Un prodotto genuino, intriso di sudore, che sprizza rinnovata passione per la causa. Un album che, finalmente, è degno del monicker che porta.
Federico Mahmoud