INTERVISTA A LARS ULRICH (METALLICA)

'ADESSO GODIAMO DI NUOVO!'

'Avevamo nostalgia dei nostri anni '80. E' stato davvero molto bello ricreare in studio quel muro del suono che ci ha sempre contraddistinto dal vivo. Nel 2000 e 2001 troppe cose si sono accavallate nelle nostre teste, e ne è fuoriuscito un gran casino. E' stato faticoso, ma abbiamo superato quella crisi tutti insieme, e ora ce la stiamo godendo'.

Lars Ulrich è sereno e allegro come sempre. Anzi, non proprio come sempre: come tutti i suoi compagni ha attraversato momenti duri, ma ora che questi sono alle spalle sta vivendo una seconda giovinezza. Da ragazzino era iperattivo, curioso, vivace e aveva tantissima voglia disfondare con l'heavy metal. E ci è riuscito, perchè da quella disastrosa prima jam session a casa di Ron Mc Gouvney con James Hetfield ne è passata di acqua sotto i ponti. Da batterista improvvisato, Lars è diventato uno dei due leader carismatici della band più grande del mondo, scrivendo pagine telluriche di thrash metal e non solo. Oggi death Magnetic riporta i quattro cavalieri all'epopea d'oro di Kill'Em All e Master Of Puppets, e l'istrionico danese è ben felice di raccntarci emozioni, postive e negative, che ne hanno contraddistinto il cammino dalla crisi alla rinascita.

Ciao Lars! Death Magnetic è il tanto decantato ritorno alle origini. Che ci dici del nuovo album? 'Death Magnetic è diverso da tutti gli album precedenti. Se penso alla sua lavorazione nel corso degli ultimi anni mi gira ancora la testa. Rick Rubin ha voluto che suonasse 'organico' e naturale come non ci succedeva da tempo, e in effetti -col senno di poi- mi rendo conto che alcune nostre produzioni degli anni '90 erano forse un pò troppo sofisticate. E' stato davvero molto bello ricreare in studio quel muro del suono che ci ha sempre contraddistinto dal vivo. Quali sono i dischi che hanno permesso ai MetallicA di crearsi un nome in giro per il mondo? Facile: Kill'Em All, Ride The Lightning, Master Of Puppets e And Justice For All. Quelle sono le fondamenta della nostra carriera, e alla fine di quel ciclo abbiamo sentito il bisogno di guardare da un'altra parte, comporre album diversi. 2 anni fa abbiamo fatto un tour in cui suonavamo Master Of Puppets per intero: in quel momento è stato come ammettere che avevamo nostalgia dei nostri anni '80. Allo stesso tempo, l'ultima cosa che volevamo era tuffarci nel passato ad occhi chiusi. Rick non ci ha detto cosa fare, ma come farlo, senza essere invasivo; se il nostro desiderio era quello di ricollegarci al lato thrash metal bisognava farlo con intelligenza e non per il solo gusto del revival. Parlando con lui abbiamo capito che potevamo farcela. Dal punto di vista mentale la strada è stata solo in discesa, bisognava solo darci dentro come dei matti!'

Dopo i capolavori degli anni '80 e il capitolo Black Album, con cui avete sperimentato sonorità più accessibili, si è aperta la parentesi hardrock di Load e reload; quindi la crisi e il primo passo verso la risalita, St Anger. 'St Anger, come Some Kind Of Monster, è stata una tappa obbligata per noi, nel bene e nel male. Ci hanno rafforzato e portato dove siamo ora, così come i lavori precedenti. La differenza è che quel disco e quel film contengono rabbia, dolore e smarrimento come mai era successo prima: ognuno di noi ha attraversato un periodo molto difficile, e St Anger è stato un tentativo di mettere in fila quei sentimenti negativi, dargli un senso compiuto e venirne fuori più forti di prima. Direi che ce l'abbiamo fatta. Sono maledettamente fiero che i MetallicA abbiano realizzato un album come quello, anche se sento che si tratta di un capitolo a sè della nostra storia. La fotografia di un momento che spero non si ripresenti mai più'.

Come tutti i predecessori, luscita di Death Magnetic ha catalizzato un'attesa spasmodica di fan e mass media. 'Tutti si aspettano sempre che ogni nostro album cambi la faccia dell'heavy metal, e da un lato ci fa piacere perchè è quello che desideravamo quando suonavamo in un garage all'inizio degli anni '80. Dall'altro lato però è una grossa responsabilità, a volte vorrei che fossimo giudicati per il nostro presente e non per il nostro passato'.

Cosa vuol dire suonare nei Metallica, oggi dopo tantissimi anni? 'Suonare nei Metallica è tornato ad essere divertente! Qualche anno fa aveva smesso di esserlo, ed è proprio lì che sono iniziati i nostri problemi. Adesso invece possiamo dire in tutta sincerità che stiamo vivendo un momento molto felice e che il nuovo disco ne è il parto naturale. Abbiamo affrontato ogni problema con calma e armonia, grazie alla serenità ritrovata al termine del ciclo di St Anger. I MetallicA sono tornati ad essere per noi la più piacevole valvola di sfogo e non un'ossessione. Band, famiglia, pensieri personali: nel 2000 e 2001 troppe cose si sono accavallate nelle nostre teste, e ne è fuoriuscito un gran casino. E' stato faticoso, ma abbiamo superato quella crisi tutti insieme, e ora ce la stiamo godendo'.

"we'll never stop, we'll never quit, 'cause we're Metallica": lo cantate in Whiplash, una leggenda. Ma i Metallica si fermeranno mai? 'Non so se e quando finiremo di suonare assieme. Se devo essere sincero, sarebbe opportuno fermarsi prima di diventare la parodia di noi stessi. Siamo diventati famosi per l'energia assurda dei nostri show; se questa dovesse venire meno perchè nonc e la facciamo più fisicamente, non faremmo certo una grande figura. Sì, gente come Who e Rolling Stones suonano ancora a oltre 65 anni, ma senza mancare di rispetto.. Charlie Watts (batterista degli Stones, ndr) non deve suonare Fight Fire With Fire ogni sera in concerto!!

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